Temple Of Gnosis - De Secretis Naturae Alchymica

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2016
Durata:46 min.
Etichetta:Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum

Tracklist

  1. UNTO THE EARTH
  2. SERPENTIVM
  3. SOL KATHARSIS
  4. TREE OF LIFE
  5. DISCIPVLI H.TRISMEGISTVS
  6. THE TWELVE KEYS
  7. ABSOLVTIO

Line up

  • H.M.T.: all instruments

Voto medio utenti

“Wherever I am,
Thou shalt bathe in Light.
Wherever I am not,
Thou shalt see me in the Shadows”


Quando partono le prime note di “Unto The Earth”, note prettamente dark ambient, mi si è accesa la lampadina. Lampadina che aveva già sfavillato quando ho visto la provenienza (Serbia), quando ho visto il layout grafico e soprattutto i riferimenti a Ermete Trismegisto.
Starete pensando, giustamente, a dove voglio andare a parare.
Ebbene, non ne ho la certezza assoluta, ma sono sicuro che dietro il progetto Temple Of Gnosis si celi lo stesso personaggio autore del concept di Legionarii che molto spazio ha ricevuto su queste pagine e molte polemiche ha anche suscitato.
A suo tempo mi chiese di tenere celata la sua provenienza, che ad oggi posso rivelare sia Belgrado, in Serbia.
Il nostro sembra averne fatta di strada, e il suo percorso musicale lo porta a questo “De Secretis Naturae Alchymica”, disco dove mischia dark ambient, occult doom, progressive e musica rituale.
Anche questa volta un ruolo preponderante ce l’ha il concept lirico, che, come dicevo, ruota intorno alla figura di Ermete Trismegisto, alla cultura occulta che va dall’esoterismo all’alchimia, con una forte connotazione iconografica e simbolica.
Musicalmente è davvero niente male anche se i frequenti passaggi declamati, in inglese e con voce camuffata, spezzano sovente l’atmosfera dei pezzi che, come in “Sol Katharsis”, assume davvero un mood apocalittico.
Davvero azzeccati gli inserti di organo nonché i drones di chitarra, in un mix che appare davvero ben fatto anche se non perfetto. Tale lo diventa quando il cantato va in growling, portando a compimento un sound che, in episodi come “Tree Of Life”, diventa molto suggestivo.
The Twelve Keys” si apre al suono di campane, che fanno sempre un certo effetto, adagiato su un tappeto dark ambient che introduce l’organo, in un’atmosfera raggelante da brividi.
Chiude il disco il nerissimo epilogo di “Absolvtio”.
Che dire, ancora una volta il nostro stupisce per profondità del concept e capacità di tramutare in suono le sue idee.
Tra le altre cose credo di aver scoperto un altro suo progetto di occult dark ambient che sembra avere del clamoroso. Ma questa è, forse, un’altra storia che racconteremo, prima o poi.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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