Temperance - The Earth Embraces Us All

Copertina 8,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2016
Durata:60 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. A THOUSAND PLACES
  2. AT THE EDGE OF SPACE
  3. UNSPOKEN WORDS
  4. EMPTY LINES
  5. MASCHERE
  6. HAZE
  7. FRAGMENTS OF LIFE
  8. REVOLUTION
  9. ADVICE FROM A CATERPILLAR
  10. CHANGE THE RHYME
  11. THE RESTLESS RIDE

Line up

  • Liuk Abbott: bass
  • Giulio Capone: drums, keyboards
  • Marco Pastorino: guitars, vocals
  • Chiara Tricarico: vocals

Voto medio utenti

Ci sono band come i TooL o i Wintersun, che si prendono 10 anni buoni per partorire un singolo disco, lasciando milioni di fan con la bava alla bocca per tanto, fin troppo tempo. Capita poi che quel disco sia un mezzo capolavoro, ma quanta fatica. Ci sono altre band che invece sfornano dischi a ruota continua, spesso per sfiancanti accordi con le etichette, col risultato di manifestare una palese mancanza di idee.

Ci sono poi i Temperance, che in 4 anni danno alla luce ben 3 dischi e, pur non trattandosi di 3 capolavori in senso assoluto, tutti di altissimo livello, soprattutto per una band che fino a 4 anni fa nemmeno esisteva. O meglio, esisteva sotto forma di Bejelit, ma questa è un’altra storia.
4 anni e una crescita mostruosa, che portano la band di Arona a dare alle stampe in questo 2016 “The Earth Embraces Us All”, un lavoro tremendamente maturo, manifesto di una band che sta diventando grande e indipendente, e lo sta facendo a grandi, grandissimi passi.
Scrollatisi di dosso definitivamente l’aura e la nomea di band clone degli Amaranthe, maturata soprattutto ai tempi dell’omonimo esordio del 2013, i Temperance si sono costruiti una propria identità ben precisa. Per quanto mi trovassi d’accordo nel paragone con gli Amaranthe, almeno sul primo disco, non ho mai smesso di definire i nostri conterranei la “bella copia” della band svedese, praticamente sotto tutti i punti di vista, fattore evidenziato e confermato nel corso degli anni da un netto declino a livello qualitativo degli scandinavi. In questo fa “piacere” che proprio in questo periodo sia uscito “Maximalism”, giustamente stroncato dal nostro Koru in questa recensione, così da rafforzare ancor più l’idea che i Temperance, con gli Amaranthe, ormai non c’azzeccano più nulla.
Per gli amanti delle categorie, quello dei ragazzi di Arona è ormai assimilabile a un ottimo power metal con voce femminile non di impostazione prettamente lirica, ricco di influenze variegate ma mai eccessivamente “devianti”, che siano esse elettroniche, death o in minor quantità –core. E folk, perché una delle novità più evidenti e piacevoli di questo nuovo lavoro è la presenza, più o meno costante, di strumenti della tradizione, dai violini alle cornamuse, passando per uilleann pipes e flauti. Insomma, avranno pure perso una chitarra nell’importante figura di Sandro Capone, ma ci hanno guadagnato una vasta gamma di novità.
Ma quello che più colpisce nella maturazione dei Temperance è l’elevata qualità dei brani a livello di songwriting, sia a livello di qualità pura sia sul piano della varietà, che permette a un disco della durata di un’ora netta di non risultare mai banale o ripetitivo, piuttosto sempre coinvolgente e affamante. L’epitome perfetta di questo discorso è “Advice from a Caterpillar”, un brano lungo 8 minuti e spicci e di una bellezza abbacinante, nel quale tutte le qualità dei Temperance vengono messe in luce in maniera perfetta ed equilibrata. Chiaro è il richiamo ad Alice nel Paese delle Meraviglie..se mi state leggendo, l’idea di un concept a riguardo non vi stuzzica, ragazzi? Ma non divaghiamo..brano splendido, complesso e a tratti folle, uno stralcio su tutti il breakdown jazz a circa metà che mi ha ricordato tantissimo gli ungaro-inglesi To-Mera (a proposito, che fine avete fatto?!), che dimostra quanto i ragazzi abbiano raggiunto un livello di consapevolezza e sicurezza nei propri mezzi non indifferente.
Chiara che per la prima volta si mette in gioco anche con un brano esclusivamente in italiano, "Maschere", confermando non solo la bravura dietro al microfono ma anche quella dietro la penna, dato che scrivere un brano in italiano di questo genere, senza scadere nel banale o nel ridanciano, non è affatto facile.
Grandissimo è anche l’apporto di Marco Pastorino alla voce, ormai diventata, al pari della chitarra, un’arma potentissima su cui contare. Graffiante, intonata, aggressiva, il perfetto specchio della voce suadente e melliflua di una Chiara Tricarico sempre più brava nel suo ruolo di front-woman. In più punti mi ha ricordato quella del Marco Hietala solista dei Tarot, il che ben si adatta anche ad un confronto più ampio tra i Temperance ed alcuni Nightwish.
Ceselliamo il tutto con una copertina favolosa a cura dell’ormai infallibile Gustavo Sazes, con il solito lavoro del prezzemolino Mularoni al mixaggio e al mastering e con la produzione dello stesso Pastorino, vero e proprio deus ex machina dei Temperance, e otteniamo un album praticamente perfetto.

E’ quindi innegabile che i Temperance siano ormai entrati di diritto nel novero delle band di cui noi italiani dobbiamo andare decisamente fieri. “The Earth Embraces us All” è un album dal respiro internazionale, sotto tutti i punti di vista, che dona al quartetto di Arona una visibilità e una riconoscenza assolutamente meritata, oltre alla consapevolezza di aver intrapreso, in questi 4 anni, un percorso di crescita di altissimo spessore. You deserve it.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini
Temperance the earth embraces us all

Terzo full length che ha poco da dire a qnd gia' stato detto.una piccola evoluzione, ma chiaramente un Power metal di scarsa caratura.puo' sl catturare l'attenzione in chi nn conosce gli helloween e fanatici di symphonic/electro folkmetal

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 nov 2016 alle 13:23

Ascoltato pure questo, per me vale lo stesso discorso dei vari Amaranthe o ultimi In flames, musica brutta a prescindere dal genere proposto.

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