Di fronte ad un album come
"Ад" (inferno in lingua madre), quarto lavoro per gli ucraini
Do Skonu, c'è davvero poco da perdersi in chiacchiere o inutili orpelli.
Questo è puro, fottuto Black Metal.
Nella sua essenza originale.
Scordate, dunque, innovazione, modernità o, cosa peggiore di tutte, plastica.
Qui, invece, abbiamo una sorta di tributo ai maestri norvegesi e soprattutto finlandesi del genere: glacialità, oscurità, registrazione Lo-fi efficacissima, voce vomitata dall'inferno, velocità assassine ma anche intelligenti rallentamenti e spiazzanti partiture doom.
Tutto, in questo album, è morte.
Il songwriting degli ucraini, pur nella sua semplicità, è tutt'altro che banale ed anzi, molte idee e molti brani, non avrebbero sfigurato sugli album storici dei Satanic Warmaster, gruppo al quale i
Do Skonu possono essere maggiormente accostati, soprattutto per via di una sottile vena melodica ed epica che attraversa la loro musica rendendola, di fatto, ancora più inquietante (
"Plague Devouring the Earth") di quanto ancora non sia e distanziandola, in meglio, dalle uscite "simili" che potrete trovare in giro.
Il vero black metal, quello old style, vive, dunque, tra i solchi virtuali di
"Hell", si nutre delle sue atmosfere gelide, dei suoi ritmi satanici, ottimamente scanditi dal preparatissimo batterista, della voce gracchiante del leader
Varagian, i cui riff di chitarra trasudano odio puro ad ogni nota, e del nero assoluto che toglie ogni speranza alla luce.
Questa non è solo musica.
Non lo è mai stata in verità.
Essa è emanazione del maligno e i
Do Skonu sono qui a ricordarcelo con tutto il loro sdegno.
Se non riuscite a capire un album come
"Hell", non amate il Black Metal.
Punto.
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