L’Italia è cambiata molto negli ultimi anni. Sotto molti aspetti notevolmente in peggio, purtroppo. Se però restringiamo il campo alla sola componente musicale e in particolare a quella della sfera hard&metal, la situazione è migliorata e anche di parecchio. Tempo fa avevamo davvero pochissimi gruppi di livello, penso ai
Death SS o ai
Vanadium per esempio, che insieme a pochi altri provavano a tenere alto il nome del nostro paese, mentre il resto era costituito da un sottobosco affollato ma privo di grande qualità. Oggi per fortuna le cose sono molto diverse, le band attive sono aumentate in modo esponenziale e anche grazie alle tecnologie a disposizione le produzioni sono quasi sempre ottime.
I
Roxin’ Palace sono ovviamente italiani e giungono al loro secondo lavoro in studio dopo tre anni dal loro omonimo debutto, che a suo tempo ebbe un ottimo riscontro con allegata scommessa sulla permanenza a lungo termine sulla scena per la band friulana.
Tecnicamente la scommessa è stata vinta visto che i
Roxin’ Palace sono ancora qui con il freschissimo
“Freaks Of Society”, uscito a fine Ottobre per la
Sleaszy Rider Records. Disco in pieno stile hard rock americano anni 80/90, così come era stato per il precedente, che attinge un po’ da tutti quelli che erano i nomi più influenti dell’intera scena. Nella biografia sono citati
Guns N' Roses, Motley Crue, Skid Row, L.A. Guns, Crashdiet, Hardcore Superstar, The Beatles, Megadeth, Led Zeppelin e molti altri e diciamo che in parte le similitudini ci sono, tranne forse che per la band capitanata da
Dave Mustaine, con la quale proprio non sono riuscito a trovare riferimenti di alcun tipo.
Musicalmente parlando, abbiamo un set di canzoni piuttosto omogenee in cui si riesce a riconoscere un trademark abbastanza personale anche se è ovvio che alle orecchie dei più attenti non sfuggiranno i mille richiami al passato. I
Roxin’ Palace in questo senso hanno fatto un passo avanti rispetto al primo disco, in cui le influenze si facevano sentire in maniera molto più marcata e questo non può essere che un pregio. Anche la produzione è decisamente migliorata e ora i suoni sono ben più pieni e corposi.
Eppure c’è un non so che in
“Freaks Of Society” che non riesce a farmelo apprezzare come è successo per l’omonimo debut. Il disco è suonato veramente bene e quasi nulle sono le sbavature a livello tecnico. E allora cosa c’è che non va? A mio parere quello che non funziona sono proprio le canzoni nel loro insieme, sono quasi tutte divertenti e trascinanti come dovrebbero essere in un album hard rock ma tranne che per qualche caso isolato come
“Monsters Love”, “Monkey Junkie” e
“Fading Idol”, mancano di melodie accattivanti e linee vocali che rimangano ben piantate in testa di chi ascolta. E visto che non stiamo parlando di un disco prog, abbiamo sicuramente un bel problemino. Inoltre, come troppo spesso accade per i gruppi nostrani, testi e pronuncia sono lontani anni luce dal livello delle altre band europee non anglofone e questo è un peccato perché si tratta solo di “studiare” un po’ di più.
Ultima nota relativa alla ballad
“L.A. Mist” che purtroppo è quanto di peggio mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi. La ballad in un disco hard rock ha secondo me un’importanza strategica e spesso è stata la chiave di volta per molti gruppi. In questo caso siamo all’opposto.
I
Roxin’ Palace sono dunque bocciati? Certamente no, magari rimandati al prossimo lavoro con la speranza che esperienza e impegno portino a evitare gli errori e permettere di fare un passo avanti invece che indietro. La scommessa è ancora aperta.
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