Giungono dall'Ungheria, paese non proprio di primo piano quando si parla di Heavy Metal, i
Bornholm i quali, a discapito di una line-up poco stabile e del paese di provenienza, tagliano l'importante traguardo dei quindici anni di attività che celebrano con
"Primaeval Pantheons", quarto lavoro di
Sahsnot, leader della band, e soci.
Come spesso accade per le proposte estreme dell'Est Europa, anche il black metal dei
Bornholm risente molto dell'influenza del metal classico, in particolare Iron Maiden, ed ha un taglio epico e pagano che lo rende certamente battagliero ma anche melodico e, se mi passate il termine, easy listening.
Appare abbastanza evidente che sia proprio la melodia l'aspetto più importante nell'economia sonora del gruppo, il quale, infatti, rinuncia alla pura violenza, che in questo contesto sarebbe stata fine a se stessa, per dedicare, piuttosto, attenzione alla costruzione di atmosfere epiche, insistendo spesso su stentorei mid tempos carichi di pathos e su soluzioni corali che richiamano ambientazioni vichinghe di nordica memoria.
Certo, non mancano classici momenti più tirati, l'ottima opener
"Eye of Knowledge" ad esempio, ma lo spirito di quest'album sta tutto nel riffing guerresco, e ispirato, delle due chitarre e nelle ariose melodie, intelligentemente sottolineate da inserti di tastiera mai troppo invadenti, che si ergono su campi di battaglia abbandonati dagli eroi e avvolti nel fumo delle fiamme.
I
Bornholm confezionano, dunque, un dischetto interessante, di certo non rivoluzionario o indimenticabile, ma fatto di buoni brani suonati bene e prodotti in maniera eccellente che saranno in grado di soddisfare gli estimatori di gente come Ensiferum o Bathory e delle atmosfere epiche in generale.
Che la guerra abbia inizio dunque.
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