Nonostante un curriculum non particolarmente sconvolgente (almeno questo è quello che ho dedotto dalle poche informazioni presenti sul web) il batterista
Bernhard Welz per questo
"Stay Tuned 1.5" è riuscito a coinvolgere un quantitativo di ospiti davvero impressionante, sia per numero che per qualità.
Vero è che la causa è nobile (una raccolta fondi per il "Linda McCartney Centre" che si occupa di ricerca sul cancro al seno in quel di Liverpool), ma ascoltare su un unico disco artisti iconici come
Paul McCartney, Steve Lukather, Jon Lord (R.I.P.) o
Tony Martin non capita poi così spesso.
Stilisticamente i riferimenti vanno all'hard rock/AOR di fine Anni Settanta/inizio Ottanta, con una spruzzata di pomp di scuola più propriamente americana (Styx e simili). Ecco allora che tra rimandi più o meno espliciti alla musica di Deep Purple (qui di fatto "tutti convocati" come turnisti) e Whitesnake (
"Traffic Night", "Young Free And Deadly" o
"I Don't Believe..."), echi dei Toto più zuccherosi (
"Believe Me", "Always Behind You") e momenti più commoventi ed elaborati (penso alla splendida
"Let The Star Shine On You"), il nostro batterista si diverte a giocare con generi diversi (
"Secret Land", ad esempio, non ha paura di sfoggiare sonorità etniche e progressive) e a regalarci due momenti da pelle d'oca che da soli varrebbero l'acquisto del full-length: il primo è una versione monumentale (e a dir poco emozionante) di
"Child In Time" dei Deep Purple MKII registrata dal vivo con orchestra,
Jon Lord all'organo e il compianto
Steve Lee (ex-Gotthard) alla voce; il secondo è una chicca di
Sir Paul McCartney, una take di
"Maybe I'm Amazed" rispolverata apposta per l'occasione.
Niente di nuovo e niente che non sia già stato sentito "in altre salse", ma una montagna di passione e di cuore in favore di chi è meno fortunato: tanto basta per giustificare il voto in calce.
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