Questa sì che non me l'aspettavo.Effettivamente da quando i
Sirenia sono passati (leggi: scaricati) dalla
Nuclear Blast alla
Napalm hanno immediatamente ispessito il loro sound, tornando a quelli che erano ai tempi della... Napalm, infatti loro etichetta da sempre prima del passaggio alla potente label di Donzdorf: abbandonate le facilissime melodie di album come "
The Enigma of Life" e "
Perils of the Deepblue", la band di Morten Veland ha frettolosamente ripiegato su un symphonic metal assai adulto, quasi estremo come nel penultimo "
The Seventh Life Path" del 2015 ma mai avrei pensato che questo cammino di redenzione ci avrebbe portato a questo "
Dim Days of Dolor".
Forse il licenziamento della brava ma decisamente pop
Aylin ha accelerato questo processo, in favore della cantante francese di scuola classica ed operistica
Emmanuelle Zoldan (e già qui si nota il cambiamento...da una figona vincitrice di X-Factor ad una meno bella ma più...cantante) ma l'impostazione di questo "Dim Days of Dolor" è decisamente più maturo e pretenzioso, lasciandosi alle spalle qualsiasi velleità di catchy e popmetal che erano la componente predominante dei Sirenia era-Nuclear Blast, ed anzi aumentando a dismisura anche le partiture più estreme, cantate dallo stesso
Morten in un pesantissimo growl, passando da riffoni quasi death metal a furiosi blastbeats degni, come detto per l'episodio scorso, dei
Dimmu Borgir.
Non posso che plaudere a questa salvezza delle loro anime e posso quindi anche perdonare una lunghezza eccessiva del disco, che si traduce in alcune prolissità e momenti di stanca, ma ammetto la mia fascinazione per questa incredibile trasformazione dei Sirenia, oggi band che pensa più alla musica che al look, pur proponendo come di tradizione una brava cantante decisamente sopra le righe. Ovviamente non mancano i momenti più leggeri e diretti, come nel caso della title track, ma insomma siamo lontani dalla beceritudine di molti loro colleghi.
Sin dalla copertina, sin dai primissimi secondi dall'iniziale "
Goddess of the Sea" si percepisce tutto questo e ne risulta un disco sinceramente più che godibile, in grado di emozionare a più riprese, che riporta l'heavy metal dei Sirenia (non più pop, non power, non ancora gothic, semplicemente heavy metal di matrice sinfonica con voce femminile) nella giusta inclinazione, con una scelta completamente fuori moda e fuori tempo e per questo ancora più apprezzabile: speriamo che nel carrozzone del Maria De Filippi metal qualcuno gliene renda merito.