Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:60 min.
Etichetta:Napalm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. GODDESS OF THE SEA
  2. DIM DAYS OF DOLOR
  3. THE 12TH HOUR
  4. TREASURE N' TREASON
  5. CLOUD NINE
  6. VEIL OF WINTER
  7. ASHES TO ASHES
  8. ELUSIVE SUN
  9. PLAYING WITH FIRE
  10. FIFTH COLUMN
  11. AEON'S EMBRACE

Line up

  • Emmanuelle Zoldan: vocals
  • Morten Veland: all

Voto medio utenti

Questa sì che non me l'aspettavo.

Effettivamente da quando i Sirenia sono passati (leggi: scaricati) dalla Nuclear Blast alla Napalm hanno immediatamente ispessito il loro sound, tornando a quelli che erano ai tempi della... Napalm, infatti loro etichetta da sempre prima del passaggio alla potente label di Donzdorf: abbandonate le facilissime melodie di album come "The Enigma of Life" e "Perils of the Deepblue", la band di Morten Veland ha frettolosamente ripiegato su un symphonic metal assai adulto, quasi estremo come nel penultimo "The Seventh Life Path" del 2015 ma mai avrei pensato che questo cammino di redenzione ci avrebbe portato a questo "Dim Days of Dolor".

Forse il licenziamento della brava ma decisamente pop Aylin ha accelerato questo processo, in favore della cantante francese di scuola classica ed operistica Emmanuelle Zoldan (e già qui si nota il cambiamento...da una figona vincitrice di X-Factor ad una meno bella ma più...cantante) ma l'impostazione di questo "Dim Days of Dolor" è decisamente più maturo e pretenzioso, lasciandosi alle spalle qualsiasi velleità di catchy e popmetal che erano la componente predominante dei Sirenia era-Nuclear Blast, ed anzi aumentando a dismisura anche le partiture più estreme, cantate dallo stesso Morten in un pesantissimo growl, passando da riffoni quasi death metal a furiosi blastbeats degni, come detto per l'episodio scorso, dei Dimmu Borgir.

Non posso che plaudere a questa salvezza delle loro anime e posso quindi anche perdonare una lunghezza eccessiva del disco, che si traduce in alcune prolissità e momenti di stanca, ma ammetto la mia fascinazione per questa incredibile trasformazione dei Sirenia, oggi band che pensa più alla musica che al look, pur proponendo come di tradizione una brava cantante decisamente sopra le righe. Ovviamente non mancano i momenti più leggeri e diretti, come nel caso della title track, ma insomma siamo lontani dalla beceritudine di molti loro colleghi.

Sin dalla copertina, sin dai primissimi secondi dall'iniziale "Goddess of the Sea" si percepisce tutto questo e ne risulta un disco sinceramente più che godibile, in grado di emozionare a più riprese, che riporta l'heavy metal dei Sirenia (non più pop, non power, non ancora gothic, semplicemente heavy metal di matrice sinfonica con voce femminile) nella giusta inclinazione, con una scelta completamente fuori moda e fuori tempo e per questo ancora più apprezzabile: speriamo che nel carrozzone del Maria De Filippi metal qualcuno gliene renda merito.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
Sirenia - Dim days of Dolor

Alcuni e alcune di voi ricorderanno il nome di Morten Veland(Tristania) che farebbe bene a rivedere le proprie aspettative-stilisticamente carine,ma sia retro' che moderne...?! Cosi' ritroviamo il classico cantato ricco di enfasi e melodramma " new wave" anni '80.Il lato gothic rock resta forse nel gusto della scansione poco solenne delle chitarre scarne di suoni groove.Quanto questo album risulti spedito e agile(e' da vedere)non merita troppa attenzione

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 dic 2016 alle 19:46

lo capisco... io le digerisco a piccole dosi. nel senso ora sento i sirenia (o qualsiasi altro disco con cantanti di deriva lirica) poi ascolto 10 dischi di death o thrash, poi forse ne sento un altro.. :D tutte insieme non riesco. Cmq è molto variegato, morten fa anche il growl quindi è più tollerabile :)

Inserito il 08 dic 2016 alle 10:35

concordo che questo disco sia potente e metal al punto giusto,ma mi piace molto anche il symphonic metal più "poppozzato"...ma proprio non ce la faccio,non digerisco, queste cavolo di cantanti "liriche"... ...de gustibus

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