La proposta a cavallo tra gothic, dark wave e alternative degli
Oniromantic è sicuramente intrigante, peccato che venga penalizzata da una produzione non propriamente all’altezza e da una performance, a mio giudizio, non del tutto convincente (in particolare per quanto riguarda il cantante
Mauro Mazzara).
Il concept che sta dietro a questo
“Eudemonic” non è facilmente intellegibile, e viene così spiegato dalla band:
“Eudemonic” is a journey, is the flight of the phoenix that falls, dies and rises back to life from its own ashes, ready to fly again. “Eudemonic” is a deep introspective autobiography of those who created the music and lyrics. “Eudemonic” is a sincere and painful journey, but it is also an opening toward that hope we`re trying to keep alive, like a tiny flame in the storm. “Eudemonic” is a chapter, a phase, a circle sometimes turning into a loop. “Eudemonic” is written and played with a hand on heart by people who want to share, maybe as a “therapy”, their experiences, both those they lived and what they couldn't live at all, driving the listener into a journey, in a dream, to the passage from darkness to light.
E la musica? Vedi sopra: dark wave sporcata di metal (
“November”), timbriche synth-pop dichiaratamente Eighties (
“Delay”), sonorità decadenti (
“Unfinished Dream”), tentazioni “love metal” (
“Poisoned Rose Of Summer”), tratti doom (
“The Gate”), momenti soporiferi (
“One Day Closer”), deviazioni progressive (
“Restart”), echi ambient (
“Galway Bay”), venature romantiche post-grunge (
“Sunbeam”).
Funziona? Più sì che no, senza dubbio. Credo che di strada da fare ce ne sia ancora parecchia, ma con un po’ di pazienza non sarà difficile scalare la montagna…
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