Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:47 min.
Etichetta:DeathStorm Records

Tracklist

  1. I WILL DANCE ON YOUR TOMBS
  2. GRIEVING APRIL
  3. UNAWAKEN
  4. ROCK MY NAME
  5. ARTEMISIA
  6. FUCK THE NARCISSISM
  7. IL RIFUGIO
  8. DEVIL PRAY
  9. END IS FAR... OR ELSE?
  10. THE REFUGE (BONUS TRACK)

Line up

  • Fabio Privitera: vocals
  • Leonardo Filace: guitars
  • Adriano Colombo: guitars
  • Santino Talarico: bass
  • Matteo Tommasini: drums

Voto medio utenti

All'ascolto di "Doominance" ritrovo degli AEternal Seprium un po' diversi rispetto a quelli che avevo iniziato a conoscere prima con "The Divine Breath of Our Land" e poi con il loro album d'esordio "Against Oblivion’s Shade".
Innanzitutto, è cambiato uno degli interpreti, e uno di quelli importanti come può esserlo il cantante, infatti, dopo l'uscita dagli AEternal Seprium del bravo Stefano Silvestrini, al microfono della formazione varesina ritroviamo un vocalist altrettanto valido, come Fabio Privitera, già apprezzato con passato con Bejelit, poi nei Versozero e, in tempi più recenti, nei Sound Storm.
Ma le novità si registrano anche sotto il piano musicale, perché, pur senza particolari stravolgimenti, l'Heavy Metal degli AEternal Seprium si è fatto più asciutto, magari più spigoloso ed articolato ("Devil Pray" e "End Is Far... Or Else?"), talvolta maggiormente aggressivo ("Fuck the Narcissism”), con meno concessioni a toni epici (che comunque non mancano a "Artemisia" e nemmeno su "Unawaken").
L'opener "I Will Dance on Your Tombs" ha un'attitudine spiccatamente ottantiana e, essendo già stata inclusa sul loro primo demo ("A Whisper from Shadows...") sembra quasi voler unire il passato con il presente del gruppo. Ecco poi "Grieving April", che nel refrain lascia intravedere qualcosa dei Grave Digger, anche se per il resto gli AEternal Seprium risolvono il pezzo in maniera più personale, grazie soprattutto alla versatilità di Privitera e alcuni interessanti sprazzi solisti, su tutti quelli del bassista Santino Talarico. Se inizialmente, con i suoi arpeggi e voce velata di malinconia, potrebbe far pensare ad una ballad dopo poche battute la già citata "Unawaken" mostra la sua vera anima Heavy, sotto i colpi della coppia Leonardo Filace e Adriano Colombo, accompagnati dal pulsare del batterista Matteo Tommasini. "Rock My Name" lascia trapelare un senso di urgenza che trasmettono tanto i riff quanto il drumming, mentre la sofferta e pulsante "Artemisia" è una di quelle canzoni che meglio mettono in evidenza la teatralità di Privitera, seconda in questo contesto solo a "Il Rifugio" ("The Refuge" nella versione in inglese proposta come bonus track), una convincente semi-ballad medievaleggiante ed evocativa che personalmente preferisco nella sua interpretazione in italiano.

Avevo già riconosciuto grandi potenzialità agli AEternal Seprium già diversi anni fa, e sembra che siano davvero sulla buona strada.



I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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