Giovanni ‘Johnny’ Salani è stato il cantante della Strana Officina nelle prime fasi della sua lunga carriera e a lui si devono alcuni dei testi più celebri della straordinaria formazione livornese.
Il suo allontanamento dal gruppo dei compianti fratelli
Cappanera (ai quali si riavvicinò partecipando al loro lavoro solista “
Non c’è più mondo”), dovuto a una salute troppo cagionevole per una
band in prepotente ascesa, portò al suo ingresso nei
VIS, fondati dal batterista
Mario Rusconi e dal chitarrista
Marco Becchetti, entrambi musicisti di notevole esperienza.
Con una
line-up completata dal bassista
Gino Ammaddio, i
VIS cominciano a farsi notare nel
rockrama del
Belpaese grazie ad esibizioni
live molto trascinanti e registrano un
demo autoprodotto in cui il loro carisma e la loro competenza compositiva all’interno dell’insidioso ambito dell’
hard n’ heavy cantato in italiano sono talmente evidenti da garantire un accordo discografico con la
Promosound per un albo di debutto che, come spesso è accaduto nelle controverse vicende del
metallo tricolore, non vedrà la luce.
E’ ancora una volta la benemerita opera di riscoperta dei tesori dimenticati della scena nostrana intrapresa dalla
Jolly Roger Records a consentirci di recuperare quel nastro dimostrativo, il quale diventa, debitamente rimasterizzato, questo "
Vis et Deus", un disco molto godibile che raccomando vivamente a chiunque ami la versione in
lingua di Dante della mitica
Strana.
Con la voce stentorea e le liriche dirette (dal tocco deliziosamente
naif …) di
Salani e uno stile musicale che attinge dal
metal, dal
blues e dall’
hard, condendo il tutto con un pizzico di accattivante sensibilità
pop, il programma snocciola tutta la dirompente “forza” (non a caso la traduzione dal latino del
monicker della
band) espressiva di cui è dotato, aggredendo i sensi con la turbinosa “
Maria Stuarda”, la divertente “
La ballerina nera”, la cromata “
Nanà la gatta”, l’epica “
Caronte” e la possente carica
anthemica di “
Rocker batti il tuo pugno”, dimostrando al contempo, con l’emozionante “Lacrime nella pioggia”, di saper gestire con buongusto pure tematiche più malinconiche e meditate.
La partecipazione alle
compilation “
Rockin’ Italy” (con "
Maria Stuarda") e "
Not just spaghetti and mandolini" (in cui fu incluso l’inno "
Rocker batti il tuo pugno") non fu sufficiente a garantire ai
VIS la prosecuzione di un percorso artistico dalle notevoli prospettive … se volete anche voi indignarvi per tale “ingiustizia” e poi, soprattutto, godere dell’opera energizzante di uno dei tanti “forgotten heroes” della nostra “storia”, sapete cosa fare.
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