Copertina 8

Info

Anno di uscita:2008
Durata:48 min.
Etichetta:Valery Records
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. READY TO FIGHT
  2. HIGHER AND HIGHER
  3. I LIKE IT
  4. THE JUMPING CLOWN
  5. TURN THE STONE
  6. SO FAR AWAY
  7. THE COUNT
  8. GO AWAY
  9. WHO ARE YOU
  10. U
  11. SEE WHAT IS BETTER

Line up

  • Dario Mollo: guitars
  • Roberto Gualdi: drums
  • Guido Block: bass
  • Mitzi: vocals

Voto medio utenti

Libertà espressiva. Sono queste, a mio modo di vedere e ascoltare le cose, le due parole che sintetizzano al meglio il lavoro di questi NoiZe Machine, una valente nuova “superband” che si affaccia al sempre più difficile mercato discografico odierno, grazie alla competenza della label meneghina Valery Records.
Formati da Dario Mollo, chitarrista (e produttore) di comprovata fama (Crossbones, numerosi importanti progetti insieme a Glenn Hughes, Tony Martin, Graham Bonnet, …), Roberto Gualdi (drummer collaboratore di PFM, Dalla, Pelù, Vecchioni, Elio e Le Storie Tese, …), Guido Block (bassista d’origine tedesca ex Electric Zoo, insieme a Mollo e Bonnet) e dal giovane vocalist Mitzi (voce dei Diumvana), i nostri realizzano, infatti, un intrigante connubio tra una solida matrice di hard n’ heavy “classico” e suggestioni di metallo maggiormente “radicale” e “moderno”, il tutto amalgamato con una sensibilità “crossover” davvero evoluta ed istintiva, capace di trasformare i contrasti in indispensabile collante.
Tecnicamente virtuosi in tutti gli effettivi (e se è una cosa “normale” per il veterano Mollo, la prova del meno noto Mitzi, stupisce, invece, per duttilità, spessore interpretativo e colorazione timbrica), i NoiZe Machine, potrebbero sembrare, dunque, tenendo conto dell’inevitabile approssimazione che fatalmente si accompagna a questo tipo d’accostamenti, un particolare incrocio tra l’hard nobile di Deep Purple e Rainbow, la fisicità istrionica e gaudente dei Van Halen e la tempestosa creatività dei migliori Faith No More, maghi nell’arte di far convivere in convulsa armonia stili apparentemente inconciliabili.
Non si spaventino, però, i “tradizionalisti” (purché moderatamente open minded), poiché Dario Mollo e i suoi pards evitano l’attitudine qualche volta fin troppo “schizofrenica” del gruppo di S. Francisco e puntano costantemente a fondere i loro avveduti “esperimenti” sonori all’interno di vere e proprie canzoni, le quali alla fine manifestano, al contempo, quella freschezza ed imprevedibilità capace di allietare pure gli ascoltatori meno “nostalgici”.
Alla base di un risultato così avvincente c’è sicuramente una grande cultura rock, che consente ai nostri di produrre, quasi in “purezza”, un valoroso numero hard-blues (“U”), mescere vitali dosi dei succitati maestri britannici con la collera dei R.A.T.M. (“Ready to fight”), tingere il Porpora di lievi sfumature “gotiche” (“Go away”), renderlo maggiormente “contemporaneo”, pur conservando la tipica tonalità soulful (“Turn the stone”) o ancora mischiarlo con le tinte sgargianti e gagliarde di una celebre formazione che deve il suo monicker al cognome di due fratelli nati in Olanda, ma che è divenuta una delle principali Big Heavy Rock Band americane (“So far away” e “Higher and higher”, infettata da un tenue tocco “cyber”).
E’ sempre a questa ricca erudizione intellettual-artistica che si devono manifestazioni d’irresistibile inventiva (“I like it”, dove convivono riff pesantissimi, vocals cangianti e pulsazioni elettroniche in una volubile costruzione armonica che ammicca pure a qualche vaga reminiscenza di marca Queensryche), espressioni di psicotico r’ n’ r’ post-apocalittico (“The jumping clown”, un live-anthem perfetto per un bel “massacro” sotto il palco) o eruzioni di virile sensibilità melodica (“See what is better”), per un lavoro in cui l’attenzione e la tensione emotiva non vengono mai a mancare.
A questo punto è abbastanza chiaro che la frase iniziale merita perlomeno una terza parola … un aggettivo magari … magnifica libertà espressiva … ecco così mi sembra completa.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 29 ott 2008 alle 12:50

Conosco personalmente Guido Block, e so di che pasta di musicista stiamo parlando. Ottimo lavoro, come sempre!

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