All’inizio degli Anni Ottanta i cosiddetti gruppi “neo-progressive” non erano poi molti: c’era chi non aveva smesso di essere progressivo “a suo modo” (penso ai Jethro Tull o ai Pink Floyd), chi aveva cambiato completamente pelle (gli Yes o i Genesis) e chi aveva pensato di recuperare certe sonorità dimenticate solo perché considerate troppo rétro.
Furono i Marillion e gli
IQ in particolare a rispolverare il sound dei Genesis di
Peter Gabriel (ed è curioso quanto pop e mainstream fosse invece la proposta dei Genesis negli stessi anni) e a dare qualche speranza ai nostalgici di mezzo mondo persi tra re cremisi, generatori di Van der Graaf, giganti gentili e oceani topografici.
Parlo a titolo assolutamente personale quando dico che ancora non ho capito se il movimento neo-prog è stato un grande buco nell’acqua o un’opportunità per tanti artisti di spessore, fatto sta che gli stessi Marillion, chiusa l’era
Fish, presero una strada totalmente diversa mentre i vari
IQ, Pendragon, Arena perseverarono invece con una coerenza disarmante su strade arcibattute ma, a quanto pare, ancora ricche (?) di soddisfazioni commerciali.
Se
“The Road Of Bones” è stato (a oggi) il disco di maggior successo della formazione di
Peter Nicholls, è pur vero che non ha aggiunto quasi nulla dal punto di vista del sound degli
IQ (nonostante resti un buon album, a mio avviso ingiustamente bistratto sulle nostre pagine digitali), nato volutamente “vecchio” e destinato a morire come tale (se mai morirà).
Tutto ‘sto pippone per dire cosa? Che
“Scrape Across The Sky” è un’ottima testimonianza dell’invidiabile stato di salute della formazione inglese, letteralmente rigenerata con l’inizio del nuovo millennio e con l’ingresso del tastierista
Neil Durant (che ha sostituito il dimissionario
Martin Orford).
La performance è chirurgica, quasi asettica, e ci consegna un
Nicholls in stato di grazia supportato da una sezione ritmica/melodica che dimostra almeno la metà degli anni anagrafici che si ritrova. C’è spazio per tutta la discografia “che conta” dei progster: da
“Tales From The Lush Attic” (
“Awake And Nervous”) a
“Ever” (
“The Darkest Hour”, “Leap Of Faith”), passando per l’intramontabile
“The Wake” (
“Outer Limits”, “Widow’s Peak”) e il sottovalutato
“Frequency”. La parte del leone la fa, ovviamente, l’ultimo
“The Road Of Bones”, eseguito integralmente e in maniera inappuntabile.
L’audio a noi pervenuto di
“Scrape Across The Sky” (in realtà l’opera uscirà come Blu-Ray) non lascia intuire appieno l’impatto della band dal vivo (lo stesso, istrionico, cantante non parla mai se non per presentare i compagni di palco o anticipare I titoli delle canzoni) ma ci lascia una granitica certezza: gli
IQ non hanno alcuna intenzione di mollare la presa…
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