Il motivo per cui la web radio Rock Hard Heaven abbia definito questi
Heaven Below come i “nuovi Guns’n Roses” non mi è dato saperlo nè tantomeno capirlo!
Chiariamo subito che qui non siamo di fronte allo sleaze rock della band di Axl Rose, né tantomeno abbiamo un cantante che lontanamente gli possa assomigliare, il sound degli
Heaven Below è un mix piuttosto complesso fra old school rock ed influenze moderne ricco di cori, sovraincisioni, “spoken” ed altro ancora. L’album “
Good Morning Apocalypse” è una sorta di concept (la premessa è il viaggio di un certo dr Faust che sconvolto dalla morte della moglie si getta nell’arte dell’occulto ) e vanta la partecipazione di numerose guests, quali
Udo Dirkshneider, Lita Ford, Jason McMaster, Kobra Paige, il soprano
Mary Whitman. Abbastanza pomposamente la band ha dichiarato questo come il suo progetto più ambizioso ( hanno all’attivo altri 2 albums) che risulta composto da 12 brani estrapolati da piu’ di 30 scritti. Insomma di carne al fuoco ce n’è tanta forse anche troppa ed alla fine il piatto, seppur succulento, rimane un po’ indigesto. La band vede sia esponenti provenienti da altre bands che dal mondo del music business in generale, non sono dei novelli e si sente, ma il songwriting risulta fin troppo articolato, disomogeneo, con alternanza fra scorribande rock-metal, aperture melodiche, intro, outro, break acustici, orchestrazioni sinfoniche, assoli brucianti; il drumming è imperioso e precisissimo e le vocals di
Patrick Kennison sono potenti ma la sensazione che si ha alla fine è di un album dall’enorme potenziale bellico ma incapace di stenderti come invece dovrebbe fare. E’ come essere colpiti da decine di proiettili, nessuno dei quali mortali! Difficile estrapolare un brano dall’altro, tutti fanno parte dell’insieme sonoro creato dagli Heaven Below, si passa dalle sferzate metal alle partiture melodiche, alle parti liriche senza un apparente senso logico a meno che l’intento del gruppo ( trattandosi di un concept ) non sia stato quello di accompagnare l’ascoltatore nel viaggio del dr Faust ma in assenza di un booklet non posso esserne certo. Sicuramente questo disco farà gridare al miracolo alcuni e lascerà un po’ l’amaro in bocca ad altri non tanto per le pecche che non ci sono, beninteso siamo di fronte ad un album ottimamente suonato e prodotto, quanto per un vago senso di incompiutezza.
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