L'uscita del nuovo album degli
Ancestral,
"Master of Fate" che segue dopo ben dieci anni il loro esordio sulla lunga distanza, "
The Ancient Curse", è stata l'occasione di riscoprire una formazione che avevo già seguito dai suoi primi passi, recensendo i loro primi due Demo CD, usciti a inizio secolo, "
Travel in a Forgotten Time" e "
Breed of Chosens". Due recensioni che erano rimaste impaludate nell'arcaico e impolverato database di quella che era stata ai tempi la prima incarnazione di Metal.it, e che ora vado a ripresentare...
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Ouverture (Back from the Shadows)", posta in apertura del demo degli
Ancestral, lascerebbe presagire un lavoro orientato verso il Metal sinfonico, invece si rivelano una band molto più arcigna, preferendo la velocità di esecuzione e l'epicità alle strutture rhapsodiane.
Nonostante si sentano echi dei Blind Guardian ed anche degli Helloween prima maniera, questi cinque ragazzi provenienti dalla Sicilia, riescono con questo loro primo demo a mostrare un ottimo potenziale. Apprezzabile la prova vocale di
Mirko Olivo, solitamente uno dei punti deboli dei gruppi esordienti, nonostante qualche ingenuità e un paio di sbavature (niente d’irrimediabile!) negli acuti, infatti, a mio parere dovrebbe insistere maggiormente sui toni più bassi ed epici. Anche il resto del gruppo lascia una buona impressione, sia per il livello tecnico sia per l'affiatamento. Certo il fatto che nel gruppo vi siano due coppie di fratelli li ha sicuramente aiutati sotto questo aspetto. Un filo sottotono la produzione, che tende a impastare il suono, mortificando la batteria, ma i pezzi inclusi si lasciano ascoltare. Ascoltiamoli allora, si inizia con "
Traveler" che dalle battute iniziali conferma il valore degli
Ancestral, certo il chorus (ma non solo) si ispira ai Blind Guardian. L'amore per i bardi di Krefeld, gli
Ancestral lo dimostrano non solo musicalmente, ma anche a livello grafico, come viene dimostrato dall'artwork. Segue "
Like a Thunder", veloce e impreziosita da un bel solo di
Alessandro Olivo, e in questo caso si sconfina in territori cari agli Stratovarius. L'ultimo pezzo "
Freedom Calls" è un mid tempo dai ritmi sostenuti, introdotta da una parte arpeggiata, e si sente, in maniera evidente nei chorus, nuovamente aria di Blind Guardian, quelli più "grezzi" dei primi album.
Promossi a pieni voti, e sicuramente ne riparleremo in futuro!
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