La metal power band svedese dei
Bloodbound, giunta al settimo album in studio, prosegue quanto di buono aveva fatto su
Stormborn e ci presenta con questo “
War Of Dragons” pompose orchestrazioni, chorus coinvolgenti, grandi melodie, uso massiccio delle tastiere, ritmiche epiche e marziali, clean vocals, riff rocciosi ma sempre sostenuti da elementi melodici, solos veloci e tecnici, drumming con doppia cassa a manetta e non da ultimo una produzione impeccabile. Indubbiamente i
Bloodbound dimostrano di essere maestri nel combinare melodia con potenza, sfornando anthems davvero irresistibili, a partire dall’intro spoken “
A New Era Begins” in poi gli amanti del power classico avranno pane per i loro denti. L’ugola di Patrick J. Selleby, frontman dal 2010 che ha assicurato continuità alla band dopo le vicessitudini coi precedente singer Urban Breed, garantisce quel pathos interpretativo che è tutt’altro che scontato in un genere nel quale le vocals sono invece il trademark di un gruppo, fornendo in tutte le 12 tracce una prova sugli scudi; voce alta, pulita, potente, che sale nelle ottave e che spesso si unisce in cori spettacolari, le due asce Olsson sciorinano riff heavy power infarciti di melodia e assoli al fulmicotone, tecnici senza essere stucchevoli o ridondanti, mentre la sezione ritmica dà compattezza e precisione e le tastiere offrono un tappeto di base molto efficace risultando spesso predominanti nel sound della band. Difficile estrapolare alcuni brani a scapito di altri, in quanto l’album scorre piacevole e fiero senza cali di tensione o filler, ma se proprio fossi costretto a “sbilanciarmi” nei giudizi, potrei dire che
“In The Sky”, “
Tears Of A Dragonheart” e la titletrack offorno la summa del meglio che i
Bloodbound sanno offire in termini di intecci fra chitarre e keyboards, ma non da meno sono l’epica “
Stand And Fight”, la metallica “
King Of Swords”, in “
Silver Wings” c’è un violino che ci riporta a un tipico mood medioevale, in “
Heaven’s Gate” ci sono rimandi ai Maiden nelle chitarre iniziali, “
Symphony Santa” ha il suo punto di forza nei cori imperiosi, “
Starfall” ha una chitarra grintosa e “
Dragons Are Forever”, velocissima ed epica, chiude magistralmente un lavoro che unisce Manowar, Hammerfall e Stratovarius.
Insomma se siete alla ricerca di atmosfere epiche, draghi sputafuoco, spade nella roccia e tutto ciò che l’immaginario fantasy puo’ offrire, acquistate a scatola chiusa questo “
War Of Dragons”; per gli altri è un’ottima occasione per conoscere una delle migliori power band europee … e scusate se e’ poco!
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