E' proprio vero che ormai la tecnologia, senza dubbio sostenuta dall'impegno, il valore e la dedizione, oramai permette a pressochè tutti di presentare lavori impeccabili dal punto di vista della produzione e del sound.
Ho messo su per la prima volta il debutto degli
Acts of Tragedy intitolato "
Left with Nothing" mentre sbrigavo al computer le solite attività quotidiane, tra smistamento della posta, inserimento contributi su Metal.it ed altri siti, ed al termine del primo - distratto - ascolto quello che mi era rimasto in testa mi diceva che si trattava senza dubbio di un disco positivo anche se non sapevo ancora quanto ma che senza dubbio suonava benissimo.
E nei seguenti e più concentrati ascolti la cosa è divenuta palese, tanto che immaginavo questi Acts of Tragedy come londinesi o statunitensi, australiani, vattelapesca.
Intendiamoci, non che i nostri ragazzi di Cagliari (si, di Cagliari) abbiano fatto tutto nel garage dello zio, tra un maiale appeso ed una forma di pecorino a maturare, ma è bello che anche i figli del Belpaese possano godere oggi di produzioni mondiali, stellari oserei dire, tanto che per la realizzazione di "Left with Nothing" si sono rivolti a personaggi e luoghi illustri, come i V Studios (Vienna?) ed i Getaway Recording Studio di
Jay Maas dei Defeater, presumo in quel di Boston.
Ed i soldi spesi sono stati ripagati.
La buona proposta musicale degli Acts of Tragedy viene esaltata dal sound che gli è stato disegnato sopra, ottenendo il meglio da questo mix tra post/metalcore, spruzzato di venature progressive, tanto che è piuttosto intuibile che i nostri in passato si fossero cimentati proprio in questa arte, ed alternative, come nella conclusiva (nonchè ottima) "
Oaks", dove echi di
Alice in Chains si fondono con degli
Hatebreeed meno feroci e più soavi e dalla mano che po' esse fero e po' esse piuma, a seconda delle situazioni.
Certamente
Andrea Orrù sa scartavetrare a dovere con la sua ugola, sebbene questi vocalizzi non siano propriamente i miei preferiti ma è un limite del sottoscritto, non certo del buon Andrea che invece dimostra un eclettismo fuori dal comune, molto particolare e gradevole anche su toni meno estremi e addirittura su quelli puliti, ottima sorpresa.
Il riffing è articolato ma non cervellotico, "
Melting Wax" davvero ti scioglie le orecchie come cera fusa ma il fattore Acts of Tragedy è che sembra di ascoltare una band thrash metal che vira al metalcore, poi apre a soluzioni classiche tramite viatici progressivi, in un tornado di
Conception,
Parkway Drive e...
Acts of Tragedy, perchè c'è anche molto del loro in questo bel tourbillon che ci risucchia all'interno di "Left with Nothing"; un disco che sa essere tutto in giusta misura, estremo, melodico, intricato ed intrigante. Anche molto equilbrato, non ci sono brani eccelsi ed altri fangosi, non c'è mai bisogno di skippare brano e questo è un pregio che pochi sanno raggiungere, pregio sottovalutato sebbene ormai siamo nel mondo del singolo a tutti i costi, il long playing è ormai una cosa da matusa come il sottoscritto. Ma chi se ne.
Unici momenti che spezzano troppo il ritmo quelli esageratamente introspettivi, fusion o math, ma fortunatamente limitatissimi sia per numeri sia per secondi occupati.
Bravi e belli, come se fossero di Boston o di Vienna.
Che poi Cagliari mica è brutta per niente, anzi, quelli là sbavano pensando al mare della Sardegna.
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