È abbastanza raro che un disco mi faccia venire mal di testa, eppure
"Spit Forth From Chaos" ci è riuscito benissimo.
Del duo
Celestial Bodies si sa poco (e forse è meglio così, aggiungerei), se non che è formato da membri di due band olandesi chiamate Nihill e Dead Neanderthals; cosa suonino non è specificato, ma da quello che ho intuito ascoltando il full-length mi azzarderei a dire che sono un batterista e un chitarrista/rumorista/cantante.
"Spit Forth From Chaos" è un album volutamente ricolmo di rabbia, caotico, molto old-school nella produzione, più vicino a quello che io chiamo "rumore controllato" piuttosto che a musica vera e propria. Sembra un "live-in-studio", e probabilmente lo è, con un'attitudine quasi punk che "se ne frega" di strutturare i brani in maniera convenzionale preferendo lasciarsi andare a una sorta di "flusso di coscienza" dall'impatto indiscutibile ma dal risultato, a mio avviso, scadente.
Come già anticipato, "musica" non ce n'è (non venitemi a dire che tracce come
"The Final Covenant", "The Nazarene..." o
"Burning Trident" lo sono perché non è vero), il cantato lascia costantemente il posto a pura recitazione/declamazione (ascoltate
"Destroyer Of Aeons" o
"Reflections Of Ain Soaf" e convincetemi del contrario) e quando i nostri provano a concedersi qualche minuto in più deludono comunque le aspettative (
"Towards Perdition" potrebbe essere sottotitolata
"Tanto Rumore Per Nulla").
"Sign Of The Wolf", traccia in cui si smorzano per un attimo i toni, suona evocativa e affascinante, ma è un caso isolato nei 38 interminabili minuti di musica (?) che compongono quest'album.
Per me è troppo, poi fate voi...
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