Nidingr - The High Heat Licks Against Heaven

Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:41 min.
Etichetta:Indie Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HANGAGUð
  2. SURTR
  3. THE BALLAD OF HAMTHER
  4. ON DEAD BODY SHORE
  5. GLEIPNIR
  6. SOL TAKER
  7. ASH YGGDRASIL
  8. HEIMDALARGALDR
  9. VALKYRIES ASSEMBLE
  10. NAGLFAR IS LOOSED

Line up

  • Cpt. Estrella Grasa: vocals
  • Teloch: guitars
  • SIR: bass
  • Myrvoll: drums

Voto medio utenti

Quarto lavoro per i norvegesi Nidingr e quarto album per il quale potrei ricopiare, più o meno pedissequamente, quanto detto in occasione dei precedenti.
Il quartetto di Borre, in realtà da poco diventato quintetto con l'ingresso di Destruchtor alla seconda chitarra, continua imperterrito sulla strada di un Black Metal "moderno", fortemente debitore delle soluzioni stilistiche di DHG, Thorns e Satyricon di metà carriera, che, purtroppo, pur essendo suonato e prodotto alla grande, non riesce, a mio parere, a lasciare il segno in quanto privo di idee veramente vincenti che possano elevarlo dalla media.
"The High Heat Licks Against Heaven" è un album legato alla mitologia nordica, troverete molti riferimenti all'Edda, e si barcamena tra black e death metal, risultando brutale, diretto ma anche, in parte, melodico e "sperimentale" nella ricerca di soluzioni distanti dalla musica estrema che, tuttavia, riescono solo a "complicare" un ascolto che già di suo non è semplicissimo, sebbene pezzi come l'allucinata "Gleipnir" o la conclusiva "Naglfar is Loosed", con l'angelica voce di Myrkur, risultino comunque efficaci.
Insomma, va riconosciuto che i Nidingr sono dei signori musicisti, va riconosciuto che ce la mettono tutta in fase di songwriting ed arrangiamento non accontentandosi di soluzioni semplici o banali, ma la scintilla che dovrebbe scoccare, quella che invece trovate nei migliori lavori dei gruppi che ho citato prima, qui proprio non c'è o, ve lo concedo, io non la vedo.
Sono sicuro che tutti quelli che apprezzano Teloch e compagni, non resteranno delusi dal nuovo lavoro, così come tutti coloro i quali sono propensi per questa interpretazione modernista del black metal, qui avranno pane per i loro denti mentre, io, ancora una volta non credo che rimetterò su un album che andrà a finire nel dimenticatoio.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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