Formatisi nell'ormai lontano 2003, i greci
Locust Leaves hanno lavorato all'interno della scena underground del loro paese senza mai rilasciare, a livello ufficiale, prove tangibili del loro estro musicale, rimanendo, dunque, sempre confinati nel limbo dei gruppi di culto.
Fortunatamente la nostra
I Voidhanger Records, etichetta che senza tema di smentite è una delle migliori in ambito metal di tutto il panorama mondiale, ha dato la possibilità al duo di rilasciare il primo album,
"A Subtler Kind of Light", che si candida, prepotentemente, come una delle cose più interessanti, e di certo più particolari, che io abbia ascoltato in questo 2017.
"Particolare" è la parola, a mio avviso, più idonea a definire la proposta del gruppo.
Del resto, un album che è capace di mescolare Doom epico alla Candlemass, Mercyful Fate, i Death della loro ultima incarnazione, il tratto thrash progressive dei migliori Mekong Delta e la follia "greca" degli Hail Spirit Noir, non può che essere tale, cioè particolare!
Badate bene però, la fortissima personalità di questo album si sposa con la sua elevata qualità: i brani che lo compongono, tre vere e proprie canzoni ed un ultimo pezzo strumentale di matrice ambient, sono fluidi nel saper armonizzare influenze tanto distanti e portentosi nel risultare scorrevoli nonostante il minutaggio elevato e l'estrema complessità che li caratterizza.
Tutto questo è reso possibile da diversi fattori.
Innanzitutto il songwriting del polistrumentista
Helm risulta decisamente ispirato e ricco di tante idee con le quali si potrebbero comporre due, tre album, poi la voce di
Nick K che spazia, senza alcun problema, da toni stentorei, ed epici, ad inflessioni black/thrash, passando per momenti in cui mi è venuto alla mente il genio di Mike Patton e risultando sempre perfetta nel descrivere gli umori delle canzoni, ed in ultimo il fondamentale apporto che viene dato all'album dai due ospiti presenti,
Vorskaath (Zemial e
Agatus) alla batteria che da prova di essere in grado di suonare con facilità praticamente ogni genere e
Ayloss (
Spectral Lore) alla chitarra solista autore di una prestazione semplicemente magistrale, quasi da guitar hero, non tanto per tecnica, quanto per gusto ed efficacia.
Insomma,
"A Subtler Kind of Light", è un album raffinato e di grande espressività: il suo andamento progressive, le sue melodie epiche e, lo sottolineo di nuovo, greche, i suoi costanti cambi di tempo, la sua durezza thrash affiancata ai momenti più riflessivi, la tecnica strumentale di primo piano, sono tutti elementi che concorrono a comporre un quadro molto ricco e dall'ampio prisma di colori che i più attenti di voi sapranno apprezzare per quello che è: un sottile capolavoro di luce soffusa.
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