Terzo ed ultimo capitolo per i finlandesi
Oceanwake che terminano così la loro trilogia, iniziata nel 2013 con il loro debutto a titolo
Kingdom e proseguita due anni dopo con lo splendido
Sunless.
Ancora due anni ed è la volta di questo
Earthen, che conclude anche il contratto con la label svedese
ViciSolum, formato da soli due brani di quasi 25 minuti di durata ciascuno che si sviluppano e contorcono su sonorità post-metal, sludge, passaggi onirici e break dilanianti, un viaggio in una dimensione doom dalle molteplici sfaccettature ma di sicura riuscita.
Certamente la scelta di comporre "Earthen" di soli due lunghissimi brani ha accresciuto la deriva progressiva degli Oceanwake, debitrice degli insegnamenti di
Cult of Luna,
Isis e dei loro ottimi connazionali
Sole Remedy, ma è indubbia la classe e l'eleganza con le quali la band di Luvia riesce a comunicare, con incredibile semplicità e leggerezza, quel senso di malessere e inquietitudine che emerge dal contrastato rapporto con la natura e quello che ci circonda, in un eterno inseguimento di amore-odio, bisogno-fuga, necessità-distruzione.
Un album introspettivo, peraltro prodotto in maniera esemplare e lontano dalle mode plasticose che oggi imperano, a nostro avviso un filo sotto il precedente "Sunless", più estremo e disperato se vogliamo, ma sempre poeticamente imprescindibile.
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