Il panorama melodico italico si arricchisce di una nuova realtà, si chiama
Viana e merita l’attenzione di tutti gli
chic-rockers all’ascolto.
Una “sentenza” che probabilmente sarebbe più adatta alla conclusione di una recensione musicale che non al suo prologo, ma in questo caso decido di essere chiaro e “definitivo” fin dalle prime righe, anche perché questo debutto rappresenta nella vicenda professionale e personale di
Stefano Viana una sorta di “rivincita” dopo anni di sacrifici, sofferenze e abnegazione.
Chitarrista innamorato del memorabile stile esecutivo di
Randy Rhoads, influenzato da Whitesnake, Bon Jovi, Def Leppard,
Ozzy Osbourne e Y&T,
Stefano comincia a scrivere i suoi pezzi nel 1996, produce un paio di lavori mai pubblicati e nel 2009 incontra
Alessandro Del Vecchio, che lo aiuta nella realizzazione di quello che dovrebbe essere il suo vero esordio, portando in dote un prestigioso
team di musicisti (
Anna Portalupi,
Alessandro Mori,
Gabriele Gozzi e
Pasquale India), munito di tutte le caratteristiche indispensabili a un grande disco di
melodic rock.
Problemi e “sfighe” varie pongono in
stand-by la pubblicazione di “
Viana” fino ad oggi, quando, finalmente acquisita la necessaria serenità, l’opera viene riesumata, perfezionata (con l’aggiunta della sapiente chitarra di
Francesco Marras) e doverosamente resa disponibile grazie alla benemerita opera della
Street Symphonies Records.
Ebbene, come anticipato, l’albo è davvero molto godibile, impregnato di “anni ottanta” e comunque fresco, concepito con buongusto e sensibilità e interpretato con trasporto e tensione espressiva.
Chi ama la voce di
Del Vecchio non potrà che esaltarsi per la prova maiuscola di una delle nostre incontrastate “glorie nazionali”, mentre scoprire le virtù tecnico / compositive di
Viana è una maniera splendida per impegnare il proprio “tempo di qualità”, ricevendone un importante
feedback emozionale.
Il programma è complessivamente piuttosto coinvolgente e sufficientemente variegato, e tramite dieci canzoni affascinanti, in bilico tra
AOR, accenni
pomp e arioso
hard-rock, saprà conquistare tutti gli estimatori del genere, sedotti fin dal primo contatto, ne sono convinto, dalle atmosfere avvolgenti e solari di “
Straight between our hearts”, dalla grinta sofisticata di “
Bad signs”, “
Night of fire” e “
A new love” (parecchio Bon Jovi-
esca) e dal
pathos di “
Feel your love tonight”, della splendida "
Follow the dawn” e di “
Open road”, momenti di densa passionalità privi di soverchie sdolcinature.
Menzione particolare, infine, per il vaporoso magnetismo armonico di “
Living a lie”, per "
Just to sing”, un gioiellino d’irresistibile attrazione e per "
That place is you”, avvincente frammento acustico non lontano da certe soluzioni soniche care ai Mr. Big.
Non ancora del tutto pronto per raggiungere l’empireo del settore, questo Cd dei
Viana ci permette di pronosticare per il “gruppo” un futuro molto luminoso, nella speranza che alla prossima occasione il frutto di tanto prezioso lavoro possa avere una gestazione meno “travagliata”.
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