Operose - Footprints In The Hourglass

Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:57 min.
Etichetta:Lion Music

Tracklist

  1. EMPTY MIRRORS (DEATH OF EURYDICE)
  2. FOOTPRINTS
  3. RIVER OF MEMORIES
  4. THE LONG GRASS (SECONDS APART)
  5. REMEMBER ME
  6. MOMENTS
  7. THE FADED PORTRAIT OF AFFECTION
  8. STAND AMONG ANGELS

Line up

  • Jennifer Coleman: vocals
  • Joe McGurk: guitars
  • Kevin Deplanche: drums

Voto medio utenti

A un primo, distratto ascolto, gli Operose potrebbero far pensare a una versione inutilmente complicata dei primi Nightwish. Ma per quanto banalizzante, questo giudizio non è poi così lontano dalla realtà...

"Footprints In The Hourglass" viene presentato come un album di metal prog-sinfonico sul mito di "Orfeo ed Euridice" che ha nella produzione di Dennis Ward e nel duo Coleman/McGurk gli assi necessari a garantire lo spessore artistico del full-length. Lei è bravina, non c'è che dire (per quanto ingabbiata nella veste lirica che ci perseguita ormai dalla metà degli Anni Novanta); lui suona tanto ma "dice poco", con un predilezione per le soluzioni più scontate e scopiazzate (così così) dai pesi massimi del settore (oltre ai già citati Nightwish, scomoderei Luca Turilli e i Therion, ma prendete questi riferimenti con le pinze).

"Empty Mirrors" parte già col piede sbagliato: sweep-picking invadente di dubbio gusto, armonie datate, arrangiamenti intricati ma inefficaci e linee vocali poco incisive sono gli ingredienti di una proposta che lascia il tempo che trova. "Footprints" è incerta sulla strada da percorrere (un po' power ballad, un po' mid-tempo, un po' cavalcata heavy-power) così come la successiva "River Of Memories", dal cantato monotono (ma non solo). "The Long Grass" ha caratteri più propriamente progressivi, ma non si può dire comunque riuscita (ricordo alla band che gli accordi sono tanti, non solo "i soliti tre"). "Remember Me" vorrebbe essere un lento dai connotati acustici e sinfonici, ma "ci ripensa" spesso in corso d'opera sfiorando senza convinzione tutti i generi sopraccitati. "Moments" è accettabile, e prelude a "The Faded Portrait...", brano dove spicca la componente sinfonica (tuttavia con timbri terribili) prima di un'inaspettata evoluzione maideniana con voce lirica (?!?). Non funziona nemmeno la conclusiva "Stand Among Angels", dieci minuti densi di repentini cambi di passo che fanno venir meno l'impatto delle sezioni più heavy, rendendo l'ascolto a dir poco faticoso.

Inutile girarci intorno, non ci siamo proprio. Non voglio infierire, ma nella proposta degli inglesi di cose da sistemare ce ne sono parecchie. Auguro agli Operose di trovare velocemente la grinta e la determinazione giuste per cambiare rotta prima che sia troppo tardi...
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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