Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:64 min.
Etichetta:Andromeda Relix

Tracklist

  1. PRAYER FOR THE OX
  2. REFUSE TO SHINE
  3. FLY HIGH
  4. TWICEMAN
  5. GHOST OF THE OCEAN
  6. CLEVELAND (IS FAR FROM HERE)
  7. THE WOLF AND THE DEER
  8. GREY LINE
  9. BETRAYERS, EVERYWHERE!
  10. SLOW DOWN
  11. RETROSKY

Line up

  • Manuele: vocals, fx
  • Davide: guitar
  • Fabio: bass, vocals
  • Stefano: drums

Voto medio utenti

Fuori piove a dirotto, una nebbiolina sinistra improvvisamente avvolge la mia dimora montana e i lampi illuminano a sprazzi la stanza … a commentare adeguatamente un’atmosfera suggestiva e ben poco primaverile, “Twiceman”, un impressionante grumo di psych-doom, che in oltre tredici minuti di musica stordisce, inquieta e affascina in maniera veramente potente e profonda.
Basta un ascolto all’intero “Superbeast” per rendersi conto che il brano appena citato non è una fortunosa “anomalia” e che anche il resto del programma pone l’esordio dei Megatherium tra le migliori uscite recenti in fatto di rock oscuro, pesante e allucinogeno.
Contribuire in maniera creativa e credibile a una categoria artistica “rigorosa” come questa non è mai un’impresa facile e se i veronesi riescono nell’intento è soprattutto grazie alla loro notevole cultura e a importanti trascorsi più o meno “underground” (nel curriculum del gruppo ci sono Aneurysm, Gen Marrone, Elicotrema, Mr. Wilson e Tokio Conspiracy), fondamentali, credo, per mescolare Black Sabbath, Electric Wizard, The Melvins, Saint Vitus, Sleep e Cathedral non limitandosi, come spesso accade, a una rilettura “precisa” e magari un po’ sterile delle fonti ispirative.
Nel sound dei Megatherium ci sono i riff cavernosi, le digressioni lisergiche e le massicce pulsazioni ipnotiche, e cioè gli ingredienti indispensabili ad attrarre un sostenitore del settore, ma il tutto è trattato con una giusta dose di eclettismo e temperamento, tanto da lasciar trasparire segnali evidenti di un’alterazione stilistica che, pur senza “rivoluzionare” il genere, è in grado in qualche modo di superarne i rigidi schematismi.
Piace, in questo senso, l’uso, sebbene abbastanza sporadico, degli effetti elettronici e la voce di Manuele, capace di accompagnare molto efficacemente l’astante in quest’universo immerso in un vortice di acido, frustrazione e redenzione.
Nell’albo troverete dunque anche i monoliti morbosi e rumorosi “Refuse to shine” e “Fly high”, la melodia magnetica e abissale di “Ghost of the ocean”, le bordate Sabbath-iane di “Cleveland (Is far from here)” e le traiettorie orbitali di ”The wolf and the deer”.
La litania tormentata e algida di “Grey line” mette in evidenza un altro momento di livello superiore, mentre le scorie di mortifero grunge/blues rilevabili in “Betrayers, everywhere!” e nella appena meno opprimente “Slow down” aggiungono ulteriori diversioni a un “viaggio” sonico che si conclude nelle cupe distorsioni trascendentali di “Retrosky”, collocate a sigillo di un’opera che dispensa più di un motivo d’interesse e garantisce ai suoi autori tutta l’attenzione riservata agli “emergenti” di grande prospettiva.
Ah, per la cronaca e a scanso d’equivoci, ho verificato … il disco “funziona” egregiamente anche nelle giornate di sole …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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