"Forces Of The Northern Night", oltre a essere un'uscita godibilissima per tutti gli estimatori del "nuovo corso" della band norvegese, riflette perfettamente quello che sono i
Dimmu Borgir oggi:
"pretenziosi, eccessivi, pomposi e barocchi", tutti aggettivi (condivisibili) rubati al buon
Grazioli e alla sua recensione di
"Abrahadabra" (album che, per la cronaca, penso di aver apprezzato solo io nel raggio di almeno 100/200 km).
Questo live, che dovrebbe celebrare la carriera del trio scandinavo oltre a fare da gustoso antipasto al preannunciato, nuovo full-length, in realtà finisce per rendere omaggio al vero artefice di tutto ciò,
Gaute Storaas (quindi, detrattori, prendetevela con lui), eccelso compositore/arrangiatore che da
"Puritanical Euphoric Misanthropia" lavora dietro alle quinte delle produzioni dei
Dimmu Borgir come un novello
George Martin del black metal.
Storaas, piaccia o no, è quello che meglio di tutti è riuscito a dare una dimensione sinfonica
"sostanziosa" a una band metal (lasciate perdere i vari Nightwish o simili, quello è solo
"volume"): ascoltate la splendida
"Fear And Wonder", l'epica
"Progenies Of The Great Apocalypse" (tra i massimi esempi di metal sinfonico di sempre) o la sinistra
"Eradication Instincts Defined" e ditemi se siete così impassibili da non provare neanche un briciolo di emozione, come se foste investiti da una tempesta di ghiaccio e fuoco.
Ottima la scaletta, incentrata comprensibilmente sul già citato
"Abrahadabra", e corretta anche la scelta di non esagerare con il minutaggio, scelta che lascia quel bel senso di
"eh, ma quasi quasi ci poteva stare un'altra canzone" e non ci fa mancare a nulla di imprescindibile (poteva starci giusto qualcosa in più da
"Enthrone...", ma vuol dire proprio cercare il pelo nell'uovo).
Tecnicamente ineccepibile (dalla performance dei quasi 100 musicisti presenti sul palco alla produzione),
"Forces Of The Northern Night" lascia all'ascoltatore un unico rammarico, quello non aver assistito in diretta e in prima fila né al live di Oslo né al live di Wacken...
Tanta roba.