Il ritorno del figliol prodigo
Mike Howe, un nuovo disco finalmente su buoni livelli, numerosi concerti in lungo ed il largo... Negli ultimi tempi sembra girare finalmente tutto bene per i
Metal Church, mancava giusto un live album per testimoniare il rinnovato vigore della band di
Vanderhoof. Mancanza che viene oggi colmata con il nuovo
"Classic Live", disco dal vivo registrato sulle assi del "non si sa" nella giornata del "non è specificato". Comunque, in qualche momento nel tour di supporto all'ultimo album,
XI, uscito a marzo 2016.
Come'è dunque? Beh, la verità è che questo live è indegno, deludente, patetico. E ora vado a spiegarvi perché.
Sorvolate un attimo sulla pessima copertina che sembra ritrarre un chirurgo che si è appena smoccolato sui guanti e guardate la scaletta da brividi, piena di grandi classici del periodo
Wayne, brani esplosivi incisi all'epoca con
Howe e nessun pezzo recente. Tutto fantastico? Non proprio.
Indegno: la qualità audio fa pena. In un live non si giudica il valore dei brani ma la prestazione della band, il coinvolgimento, la qualità della registrazione, la setlist. Se da un lato la formazione è abbastanza in palla ed esegue senza troppe sbavature la scaletta, una registrazione amatoriale ne inficia il potenziale. Il pubblico è ben presente, sempre pronto ad incitare la Chiesa Matallica (e questo è un gran bene), ma gli strumenti sono "appannati", spenti, con gli alti distorti ma soprattutto con la voce di
Mike altissima nel mix rispetto al resto. Sembra quasi staccata, incollata sopra. Inoltre, l'ugola del singer è priva di riverbero, eco, presence, risultando parecchio piatta. Se aggiungiamo che la prestazione di
Howe è imbarazzante e spesso fuori tempo, avrete capito che frittata ne viene fuori. A tutti può capitare una giornata no, ma perché allora scegliere quella registrazione? Ne esce qualcosa di indegno, appunto, che non rende giustizia alla grandezza della band.
Deludente: i pezzi presentati sono tra i migliori dei
Metal Church ma sono appena nove e, dopo quasi vent'anni senza un disco dal vivo, era auspicabile presentare ai fan qualcosa di succulento, magari unendo due concerti. La decima canzone ufficiale dei questo album è una versione in studio di "
Fake Healer" con l'ospitata di
Todd La Torre che, ahimè, spazza via il povero
Mike. Vero che nell'edizione limitata di "
Classic Live" c'è un CD bonus con un altro concerto ma... lo avete ascoltato? Io l'ho fatto per voi e si tratta di un bootleg registrato tipo con un telefono in una cantina. Qualcosa che nulla aggiunge, se non punti negativi, a questo prodotto. Non mi accontento mai? Può essere, certo non mi accontento di questo.
Patetico:
Mike Howe. Il singer che ritorna al suo posto dietro il microfono, pronto a guidare la band verso un nuovo splendore, fa qui la figura del cioccolataio. Una performace sforzata e stentorea, una gallina strozzata, sia sui pezzi del suo repertorio che, ancora peggio, su quelli di
Wayne. Non mi spiego come una formazione storica di questo tipo, sebbene non abbia i mezzi degli Iron Maiden, avalli un prodotto di questo tipo. Vien da pensare che la misconosciuta
Rat Pak Records abbia agito in totale autonomia e
Vanderhoof non sia stato interpellato, sarebbe davvero grave. Poi leggi che
Kurdt è il produttore ed allora non trovi più un perché e ti scappano i cavalli.
Veramente un peccato perché, se dal lato audio gli enormi aspetti negativi rilevati sono stati esposti, è altrettanto da sottolineare come il sentire gridare dalla folla "
Metal Church! Metal Church!" sotto i brani, dia davvero della carica. La voglia di US metal della gente è ancora alta ma non può essere saziata da prestazioni come quella presentata in questo live. Spero che il resto del tour, che le altre date a supporto del nuovo
XI, siano state di altro spessore.
Sono stronzo? Sono esagerato? Beh, pensate che i
Metal Church sono tra i miei gruppi della vita. Immaginate come ero carico dopo aver appreso la notizia dell'uscita di un loro live album e come, invece, sono deluso ora che l'ho ascoltato. Più volte.
Indegno, deludente, patetico.
Muco, ne abbiamo?