Si può discutere sull'effettività utilità di questo
"2016" - anche in virtù del recente
"Cargo" - ma i
Royal Hunt si ascoltano sempre volentieri...
Uscito a Marzo di quest'anno,
"Cargo" celebrava il capolavoro
"Paradox" eseguito nella sua interezza nei festival ProgPower USA, Loud Park Japan e Rockingham UK;
"2016" esce invece in formato cd/dvd con una scaletta più corposa, immortalando un'unica performance, quella di un anno fa a Mosca alla Izvestiya Hall, e segue la tradizione dei precedenti live album intitolati
"1996"/"2006", concepiti per "fotografare" la band nei momenti salienti della propria carriera.
Che dire? Ce n'è per tutti i gusti: dalle malmsteeniane
"River Of Pain" (con
Andersen sempre al top nonostante il suo insopportabile - ma caratteristico - timbro di Hammond) e
"Flight" (con il solo batteristico di
Johansson) a episodi più hard rock come
"Army Of Slaves" (chi ha detto Whitesnake?) e
"Lies" (un po' Rainbow, un po' Purple); non mancano le tracce ricche di orchestrazioni (
"One Minute Left To Live"/"A Life To Die For") e nemmeno quelle più propriamente AOR (in
"Stranded" sembra di sentire i Place Vendome). Qualche brano più sottotono c'è - penso a
"Wasted Time" o
"Half Past Loneliness" - ma la performance maiuscola di
D.C. Cooper (sarà tutto vero? mah) stravince su questi piccoli cali di tensione.
L'unico appunto che si può fare sull'edizione audio (quella video non ci è pervenuta) è che qualche applauso dei fan russi si poteva pure togliere - nelle ultime tracce questi portano via almeno 10/12 minuti, davvero troppi - ma pazienza, ai
Royal Hunt si perdona tutto...
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