Dietro i The Famili si celano i 3/4 dei Sadist, i quali hanno deciso di riprendere il discorso interrotto con la band madre con un progetto che già a prima vista si mostra molto interessante.
Il concept del disco, sebbene non sia né innovativo né originale, è comunque molto interessante, perché ogni canzone è ispirata ad un serial killer diverso, con tanto di notizie biografiche su ognuno di loro nel booklet.
Passando a parlare della materia musicale, pur mutuando, la band, molte influenze diverse, è parlo soprattutto di influenze elettroniche (“I’m The Angel”) e industriali, il platter di partenza è comunque composto da un solito post-thrash di matrice panteriana, il quale, quando cadenza i patterns ritmici, anche grazie alla produzione moderna, assomiglia certo techno-thrash, ma senza sfociare mai nell’ostentato cyberfuturismo o nell’onanismo esecutivo di bands, rispettivamente, come Fear Factory e Meshuggah.
Il risultato è un disco piacevole, vario e non monolitico, dove forse qualche vocals più potente e gutturale ci sarebbe stata a pennello, ma dove, da contraltare, non mancano ottimi momenti melodici come in “See You In Disneyland”, né mancano sperimentazioni come in “Gironia Inferni”.
Questo “The Famili” in definitiva è un disco molto aperto, che non subisce condizionamenti di sorta e che lascia trasparire l’esperienza dei suoi componenti. Non siamo dalle parti del capolavoro, però il disco è disseminato di ottimi spunti, i quali vanno ovviamente coltivati. Il futuro ci dirà sicuramente di più, al momento va bene così.
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