Quello che mi è capitato fra le mani questa volta è un album degli
Old Season, una band irlandese giunta alla seconda release con questo
“Beyond The Black”, un album complesso ed intrigante, ricco di suggestive atmosfere, stilisticamente improntato su sonorità puramente anglosassoni in cui ritroviamo un po' ovunque influenze folk che spaziano dal Melodic Metal, al NWOBHM ben integrate con un Songwriting complesso ed emozionante.
Il sestetto Irlandese, con
“Beyond The Black”, ci regala un album che contiene poco più di un'ora di Heavy Metal “d’autore”, in cui troviamo brani dal piglio immediato all'ascolto, come ad esempio la
mosh song
"Scavenger" e
"Words from Beyond”Con canzoni la cui durata media quasi sempre i 5 minuti, gli
Old Season propongono idee fresche, e arrangiamenti fantastici, durante il percorso di
“Beyond The Black”, la band ci guida attraverso cambi di tempi, e atmosfere inaspettate, assoli decisi e riff implacabili.
La narrazione dei testi degli
Old Season è eccellente e la band sprigiona un’energia implacabile che si può apprezzare in modo particolare durate la closing track
"Nevermore", 9 minuti di rara intensità, che racchiude in un solo brano, tutto il meglio che la band irlandese vuole comunicare con questo album.
Può sembrare drammaticamente esagerato ma
“Beyond The Black” è un lavoro per certi versi “triste” e malinconico, “da meditazione”, che può essere degno accompagnamento per i momenti più riflessivi e riservati della propria giornata.
Musicalmente è un album nel quale non traspare nessuna voglia di stupire o inventare nulla di nuovo, ma troviamo solo brani molto intimisti e personali, episodi soft e morbidi in tema con i testi.
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