Nati inizialmente come un progetto solista del chitarrista Nick Van Dyk, i Redemption si sono guadagnati nel 2003 l’attenzione della platea metallica con un ottimo album di debutto, “Redemption”, proponendo un Progressive Metal sufficientemente originale e versatile. In quell’occasione Van Dyk si era circondato di una line-up di tutto rispetto (Rick Mythiasin alla voce, Jason Rullo alla batteria e Bernie Versailles alle chitarre), avvalendosi dei servigi di Ray Alder in veste di produttore e di special guest nella seconda parte di “Desperation” (uno dei momenti migliori dell’intero platter). I mesi successivi all’uscita del disco sono stati estremamente movimentati per la creatura di Van Dyk, principalmente a causa dei numerosi cambiamenti che hanno mutato radicalmente la line-up: della formazione originale restano soltanto Van Dyk e Versailles, mentre sono James Sherwood e Chris Quirarte a prendersi adesso cura della sezione ritmica. Ma il vero punto di forza dei nuovi Redemption è la voce di Ray Alder, diventato cantante a tempo pieno della band, che nel nuovo “The Fullness of Time” si conferma una delle ugole più ispirate e talentuose dell’intera scena Rock, sfoderando una performance degna dei migliori momenti della storia dei Fates Warning. Ed è proprio il contributo di Alder a rendere questo “The Fullness of Time” uno dei migliori dischi usciti quest’anno in campo Progressive, anche perché lo stile dei Redemption non è assolutamente cambiato rispetto al disco d’esordio: un Prog Metal tecnico e fortemente melodico, ricco di cambi di tempo e di atmosfera, scritto e suonato con grande professionalità. La qualità della produzione è inoltre migliorata, più pulita e corposa, benché permanga qualche perplessità sul suono della chitarra di Van Dyk. “The Fullness of Time” non presenta davvero passaggi a vuoto, ogni singolo brano è convincente, in particolar modo la lunga ed esaltante “Sapphire” e la commovente “Transcendence”, la ballad che chiude il disco, impreziosita dalla magnifica interpretazione di Alder. Probabilmente il secondo capitolo della storia dei Redemption non rivoluzionerà il genere, ma è davvero impeccabile sotto ogni punto di vista e ha davvero tutte le carte in regola per conquistare numerosi appassionati.
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