Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2017
Durata:66 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. LIFE ON DEATH ROAD
  2. HAMMERED TO THE CROSS (THE BUSINESS)
  3. LOVE IS THE REMEDY
  4. DREAMWALKER
  5. FIRE TO THE SUN
  6. INSOLUBLE MAZE (DREAMS IN THE BLINDNESS)
  7. I WALKED AWAY
  8. THE SLIPPERY SLOPE (HANGMAN'S ROPE)
  9. DEVIL YOU CAN DRIVE
  10. THE OPTIMIST
  11. MAN OF THE 80'S
  12. BLACKBIRDS

Line up

  • Jørn Lande: vocals
  • Alex Beyrodt: guitars
  • Mat Sinner: bass
  • Alessandro Del Vecchio: keyboards
  • Francesco Jovino: drums

Voto medio utenti

"Life On Death Road" è probabilmente uno degli album di Lande complessivamente meglio riusciti: buone canzoni (forse 2 o 3 di troppo), band eccellente (da Sinner a Del Vecchio c'è davvero poco da dire), produzione moderna e calda senza troppi fronzoli.

Quello che personalmente mal digerisco è questo continuo rimando al repertorio del "serpente bianco", un po' perché - diciamocelo - ha smerigliato gli zebedei, un po' perché dopo venti e passa anni di carriera è lecito aspettarsi dall'impressionante ugola norvegese quel "qualcosa" in più che possa giustificare l'acquisto di un suo nuovo, ennesimo disco.

Come già anticipato in apertura i pezzi convincenti non mancano: la titletrack (con il lungo spazio lasciato agli assoli), "Hammered To The Cross" (che ricorda il recente "Swing Of Death"), "Love Is The Remedy" (dal ritornello più originale) o "Man Of The 80's" (titolo e testo parlano da soli) sono brani destinati a rimanere a lungo nei live set di Jorn, non c'è dubbio. Ma abbondano pure gli episodi che rasentano il plagio: "Fire To The Sun" e "The Slippery Slope" se non riecheggiano pari pari "Bad Boys" poco ci manca, "Dreamwalker", alle mie orecchie, ha molto di "Ain't No Love In The Heart Of The City", "Blackbirds" mette insieme "Judgement Day", "Looking For Love" e "Walking In The Shadow Of Blues" (o almeno io le ho sentite tutte e tre). Il discorso si fa più interessante quando Lande - timidamente - prova a fare qualcosa di diverso: penso alla sabbathiana e teatrale "Insoluble Maze" o alla ballad dalle morbide orchestrazioni di scuola Scorpions intitolata "The Optimist".

La verità, come sempre, sta nel mezzo: la prova è sicuramente positiva, ma attendiamo con ansia che Jorn "si spinga un po' oltre" perché ha tutti i mezzi per fare quello che gli pare (li ricordo solo io gli Ark? ndr) e non solo quello che la gente si aspetta da lui.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 giu 2017 alle 00:32

beh,non dimentichiamo che Uli non è solo un ottimo batterista ma anche un gran bel songwriters, sia con i Masterplan che con gli Helloween... ...ecco, proprio i bravi songwriters mancano a Jorn (visto che lui non lo è)...

Inserito il 12 giu 2017 alle 11:53

kusch è un batterista sottovalutatissimo.. e i primi due Masterplan sono atomici, avevano intuito una (l'unica?) possibile evoluzione del power metal e sono rimasti lì a prendere polvere.. che amarezza

Inserito il 12 giu 2017 alle 11:31

hai ragione, anch'io mi accontenterei dei primi Masterplan :D certo accontentiamoci di poco xD i primi due dei Masterplan sono capolavori (però dovrebbe tornare anche Uli Kusch...)

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