Sulla copertina c'è scritto
DGM, ma quello che rappresentano queste tre lettere - le iniziali dei nomi dei fondatori
Diego Reali, Gianfranco Tassella e
Maurizio Pariotti - sono, per i fan di lunga data della band, solo un lontano ricordo.
I
DGM di oggi, piacciano o meno, sono ben rappresentati da questo
"Passing Stages", un doppio cd/dvd che fotografa la band "in casa" (al Frontiers Metal Festival di Milano del 2016) e sul palco del ProgPower USA del 2014.
Viene da sé che le due scalette sono incentrate sugli album "del momento" (
"The Passage" nel primo caso,
"Frame" e
"Momentum" nel secondo) e permettono di apprezzare quelli che sono indubbiamente i brani più rappresentativi delle uscite di cui sopra. Ecco allora che trovano spazio episodi del calibro dell'epicissima
"The Secret", brani più easy (per modo di dire) come
"Animal" o
"The Passage", tracce grooveggianti alla
"Daydreamer" e oramai veri e propri classici - penso a
"Hereafter", da quel
"Frame" che probabilmente è il "punto 0" dei "nuovi"
DGM di
Simone Mularoni (la cui classe, sia chiaro, non si discute - ascoltare
"Disguise" per credere). La performance americana mi suona un pelo meno coinvolgente, anche se sempre maiuscola, con brani come
"Universe" o
"Enhancement" a spiccare sugli altri per impatto e potenza. Escono a testa altissima tutti, da
Mark Basile (di chiara scuola luppesca o luppiana o come cavolo vi pare) a
Emanuele Casali, punta di diamante del tastierismo italiano venuto alla ribalta con i seminali Astra.
Inutile girarci attorno, l'avrete già capito da voi che "questi"
DGM - epigoni più o meno consapevoli dei Symphony X di
Michael Romeo, formalmente inappuntabili ma alle mie orecchie "algidi" e via via sempre "meno italiani" - non mi fanno impazzire, anche se i numeri (e alla fine sono quelli che contano) stanno dando loro ragione già da parecchi anni. Sarà l’opinione di un misero editor di
Metal.it a spazzare via un lustro di uscite vincenti e indiscutibilmente ben confezionate? Certo che no…