Copertina 8

Info

Anno di uscita:2017
Durata:44 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. INTO THE FIRE - INTO THE STORM
  2. THE STARLESS SLEEP
  3. ROAD TO JERUSALEM
  4. MEDUSA CHILD
  5. THE SKY AT THE BOTTOM OF THE SEA
  6. WHEN BREATH TURNS TO AIR
  7. A KISS (FROM THE END OF THE WORLD)
  8. HURRICANES AND HALOS

Line up

  • Jennie-Ann Smith: vocals
  • Marcus Jidell: guitars
  • Lars Sköld: drums
  • Mats Rydström: bass
  • Rickard Nielsson: keyboards

Voto medio utenti

Gli Avatarium si presentano ad un appuntamento importante come quello del terzo album, con una importante novità, infatti, su "Hurricanes and Halos" il contributo di Leif Edling si limita a al songwritiing, con le parti di basso curate quindi dalla new entry Mats Rydström (Abramis Brama).

Lo spirito dei precedenti album è comunque ben vivo e richiamato apertamente dall'iniziale "Into the Fire - Into the Storm", un brano dal taglio vivace e incisivo, che guarda più ai Deep Purple che ai Black Sabbath, dove Marcus Jidell piazza un bel guitar solo e soprattutto ritroviamo subito una magnetica ed espressiva Jennie-Ann Smith. Ma dopo questo primo vagito, le canzoni iniziano ad acquisire altre molteplici sfumature, easy listening, psichedelia e rimandi ai Seventies se non addirittura agli anni '60, come ben testimoniano le gentili "The Starless Sleep" e "Road to Jerusalem" (caratterizzata da atmosfere mediorientaleggianti), ma ancor più la teatrale "Medusa Child" che si articola tra il dualismo di passaggi elettrici ed ipnotici che si contrappongono a quei chorus a opera di bambini e un finale psichedelico, e dove si possono cogliere alcuni giochi di organo che parrebbero ereditati dai The Doors. Dopo un episodio così sfaccettato, gli Avatarium piazzano, giustamente, un brano più immediato e dal passo sostenuto come "The Sky at the Bottom of the Sea". Di tutt'altro tenore e spessore l'esecuzione eterea e malinconica (ricorda vagamente il Nick Cave più poetico) di "When Breath Turns to Air", un mood ripreso inizialmente anche da "A Kiss (From the End of the World)" che all'improvviso si erge su un energico tappeto Hard & Doom, a restituirci gli esordi degli Avatarium, i quali poi chiudono il disco con la titletrack, che a sorpresa scopriamo essere uno strumentale, dove Jennie-Ann Smith lascia spazio all'estro e alla bravura dei musicisti che la affiancano in questa avventura.

Sempre più lontani da un contesto Hard & Heavy, ma senza per questo li scopriamo perdere un'oncia di fascino e di classe.





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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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