Copertina 8

Info

Anno di uscita:2017
Durata:40 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. VIANDE
  2. IEUD
  3. HOUMOUS
  4. OPUS BRAIN
  5. PROBLÈME D'ÉMOTION
  6. SPAGHETTI FOREVER
  7. CHEVAL
  8. APOPATHODIAPHULATOPHOBIE
  9. VA TE FOUTRE
  10. ROBERT
  11. AU REVOIR

Line up

  • Igorrr: all instruments
  • Laurent Lunoir: vocals
  • Laure Le Prunenec: vocals
  • Travis Ryan: vocals
  • Sylvain Bouvier: drums

Voto medio utenti

Gautier Serre è un temerario. Il suo progetto Igorrr - che unisce generi molto distanti fra loro che specificherò in seguito - ben si sposa con il concetto ideale di "musica senza confini". Queste le parole del compositore:
"I want to make the music which has sense to me, with no restrictions, like a big party with metalheads, electronics nerds, classical and baroque-heads and gypsy violinists getting drunk and joining together to bring the best of every genre."
L'obiettivo è ambizioso, non c'è che dire, ma il risultato? Vi dirò, è talmente assurdo che alla fine convince pure. Probabilmente i meriti sono da ricercare negli ospiti (su tutti il batterista Sylvain Bouvier) o nella decisione a monte di non utilizzare campionamenti di alcun tipo. Ma secondo me il successo - se così si può chiamare - dell'operazione sta nella cura certosina di Gautier che, per sua stessa ammissione, ha dedicato moltissimo tempo a rendere "fluide" sonorità tanto contrastanti.

Un urlo straziante introduce "Viande", traccia a metà strada tra heavy metal e breakbeat che sfocia nell'elaborata "ieuD", dove un clavicembalo d'ispirazione barocca si fonde con voci liriche, elettronica e licks di chiara reminiscenza death metal. "Houmous" ci stupisce con la sua fisarmonica presa dalla musica balcanica e le timbriche da videogame, prima dell'ancor più elettronica "Opus Brain", con tanto di sitar e chitarre acustiche. "Problème D'Émotion", a tratti struggente, ruota attorno a un pianismo di memoria Chopin/Satie che "inciampa" in una serie di beat a dir poco estremi, in linea con "Spaghetti Forever", crocevia tra Bach, trance e blast beat. Le atmosfere di "Cheval" sono da sagra paesana - di certo di un paese molto strano - e anticipano l'improbabile "Apopathodiaphulatophobie", fatta di growl, distorsioni, spinette e cantanti d'opera. Le brevi "Va Te Foutre" - un ostinato di clavicembalo doppiato da strumenti "tradizionali" come chitarra, basso e batteria - e "Robert" - vero e proprio "frullato" abbastanza sconnesso di quanto sentito finora - ci conducono alla conclusiva "Au Revoir", lied dalla scrittura barocca che dalla metà viene spazzato via da una ferocia heavy/thrash smorzata solo dalla morbida coda pianistica.

Voto alla follia.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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