Oh, ci voleva proprio un'altra band rétro-rock con voce femminile
(frase ironica, ndr)!
Heidi Solheim è brava, non c'è che dire, ed è sulla piazza già da parecchi anni, ma il mondo ha iniziato ad accorgersi di lei solo in seguito al tour di supporto ai più noti - e probabilmente più interessanti - Blues Pills di
Elin Larsson.
Il sound dei
Pristine è sì
groovy, ma fin troppo scolastico (
"You Are The One", "Sophia"). In questo tipo di proposta poi non possono mai mancare i rimandi blues e gospel (
"The Perfect Crime", con il giro di accordi curiosamente scippato a
"Creep" dei Radiohead) o gli scimmiottamenti dei vari Deep Purple, Led Zeppelin o Vanilla Fudge (
"The Rebel Song"). In
"The Parade" la lezione è quella dei The Who di
Pete Townshend, mentre
"Ghost Chase" si caratterizza per i tratti epici del ritornello e per il bel solo di tromba del guest
Terje Johannesen. La titletrack sa un po' troppo di filler, e sfocia nella più convincente
"Jekyll & Hyde", dalle tinte psych e doom e dai riusciti chiaroscuri dinamici. Sorprende la bellissima e conclusiva
"Forget", morbida traccia romantica che dimostra come non sia necessario suonare "vintage a tutti i costi" per scrivere buone canzoni.
L'intensità della performance di
Heidi non si discute, così come il mito dell'album "registrato in un giorno"
(anche se..., ndr), ma
per me da qui non si va da nessuna parte. Con buona pace degli inguaribili nostalgici.
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