Indovinello. Trame fantascientifiche e power metal: chi vi viene in mente?
“Mais oui, madame”, i Gamma Ray! E invece no. Sono i
Galderia, formazione francese
(il virgolettato in lingua madre avrebbe dovuto aiutarvi, ndr) che vede tra le sue fila il buon
Bob Saliba, noto ai più come
Bob Oliver Lee, autore del qui recensito - e deludente -
“Flying Music”, album uscito pochi mesi fa via
Underground Symphony.
Il quartetto dice di suonare
“universal power metal”, ma la verità è che la proposta musicale non si discosta molto dal sound di
Kai Hansen e soci del periodo postumo a
“Land Of The Free” (quello più “patinato” e meno ruspante per intenderci), un heavy/power metal orecchiabilissimo, ben arrangiato, ottimamente prodotto (alla regia ci sono
Mikko Karmila e
Mika Jussila dei
Finnvox Studios) che in quanto a originalità, però, lascia parecchio a desiderare.
Le tracce buone non mancano, anzi
“Shining Unity”, “High Up In The Air” o la titletrack sono davvero godibili e faranno la gioia di tanti nostalgici degli anni d’oro di certa musica di cui a volte sentiamo la mancanza, ma i riferimenti al “raggio gamma” sono tutt’altro che velati (voci e cori
in primis). Gli episodi meno derivativi suonano effettivamente un po' forzati (la ballad
“Pilgrim Of Love” o le timbriche dance di
“Wake Up The World 2.0”), pur dimostrando un minimo di carattere in più.
Arrivo alla fine di
“Return Of The Cosmic Men” e mi chiedo: si può chiedere più di così a un disco del genere? E mi viene da rispondere di no. Un motivo sufficiente per aggiungere mezzo punto alla valutazione finale? Probabilmente sì.
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