In Human Form - Opening of the Eye by the Death of the I

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:54 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records
Distribuzione:Plastic Head / Code 7

Tracklist

  1. LE DÉLIRE DES NÉGATIONS
  2. ALL IS OCCULTED BY SWATHES OF EGO
  3. APOLLYON SYNOPSIS
  4. ZENITH THESIS, ABBADON HYPOTHESIS
  5. GHOSTS ALIKE
  6. THROUGH AN OBSTRUCTIONIST'S EYE

Line up

  • Patrick Dupras: vocals
  • Nick Clark: guitars, bass, alto saxophone, keys
  • Richard Dixon: drums, guitars

Voto medio utenti

Pubblicato in forma indipendente lo scorso anno, recuperato quest'anno dalla nostrana I, Voidhanger Records (lodata sia!), il secondo lavoro degli americani In Human Form è un album che lascia il segno.
"Opening of the Eye by the Death of the I", sin dal bellissimo ed enigmatico titolo, si presenta come qualcosa di speciale: il progressive USBM che suona il gruppo è, infatti, una miscela particolare, raffinata e dirompente che sa fondere la tradizione norvegese, l'approccio vagamente psichedelico dei maestri Weakling, la lunghezza esasperante dei migliori Wolves in the Throne Room con l'approccio filosofico dei Death più cervellotici e le atmosfere quasi altezzose del jazz d'autore.
Interessante vero?
Io direi decisamente di si, perchè riuscire a creare un album piacevole da ascoltare come questo andando a creare un puzzle molto complesso, come quello appena descritto, non è per niente facile e la possibilità che il tutto si risolvesse in uno sterile esercizio di stile era dietro l'angolo.
Gli In Human Form, invece, la loro musica la rendono affascinante ed ipnotica grazie ad un songwriting ispiratissimo e ad una serie di brani, sostanzialmente tre ognuno sopra i 14 minuti, che ti sbattono da una parte all'altra, come uno scafo in mezzo alle onde del mare, dandoti la certezza di non avere punti di riferimento e di doversi, quindi, aspettare una sorpresa ad ogni nota, violenta o ricercata che sia.
Giusto per restare sul suolo americano, solo i già citati Weakling mi avevano, in passato, lasciato così basito di fronte ad una proposta così fortemente personale e ricca di idee come quella degli In Human Form e considerando la mia ammirazione per gli autori del fenomenale "Dead as Dreams", ormai "vecchio" di 17 anni, potete capire come al termine di questa spero piacevole lettura, dovete fiondarvi a recuperare una copia di un CD del quale, credo, non riuscirete più a fare meno una volta messo nel vostro lettore... certo, a patto che abbiate pazienza e che lasciate a questa musica il tempo di conquistarvi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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