Vi piacciono gli AC/DC?
Apprezzate la loro “trascrizione” mitteleuropea congeniata da gruppi come i Krokus?
Qualora i responsi siano positivi, probabilmente amerete anche i Razzmattazz, giunti con questo “Diggin' for gold” alla terza prova discografica sulla lunga distanza.
Beh, mi rendo conto che con uno incipit di questo tipo c’è il rischio di considerare i nostri esperti teutonici alla stregua di sterili imitatori, ma ho ritenuto utile avvisare subito il lettore che cercasse stimoli “nuovi” (un’impresa di questi tempi!) nei solchi di un albo musicale.
Ebbene, i Razzmattazz non inventano nulla e non hanno la minima intenzione di farlo e tuttavia si muovono con genuina disinvoltura attraverso le immarcescibili strutture dell’hard-rock blues proponendo gli stessi accordi e i medesimi riff con buongusto e una certa tensione espressiva, evitando il fastidioso effetto “xerox” anche quando i riferimenti sono davvero molto evidenti.
Insomma, una manciata di buone canzoni impregnate di pathos, fumo, whiskey e sudore, suonate con perizia e attitudine, a partire da una title-track che apre il disco con una carica emotiva tanto “familiare” quanto istantanea e appagante.
Scorrendo la scaletta, poi, “sorprende” non trovare momenti veramente controindicati, e in tale gradevole situazione complessiva mi sento comunque di segnalare l’avvincente assalto sleazy di "Bad girls good loving”, l’atmosfera soffusa di "All lights on me” e “Back to you”, il groove funky di “Holy Molly” (con qualcosa che potrebbe “addirittura” finire per piacere ai fans dei RHCP!) e “Hole in the wall” e l’ardore della pulsante “Like a shot of a gun”, ottimamente interpretata dall’ugola pastosa e granulosa di Bon Sc.. ehm, Tom Schaupp.
Se avete risposto “Yes I like it” (e così aggiungiamo un altro titolo all’elenco delle “menzioni d’onore” …) al quesito iniziale, quello di “Diggin' for gold” può essere un ascolto consigliato … la “grande truffa del rock n’ roll” continua a funzionare con discreti risultati …