Una delle più gettonate bands tedesche ritorna sulla scena ad un anno di distanza dal precedente 'Ravenheart', album che ha spopolato nelle classifiche teutoniche e che l'ha portata in tour per mezzo mondo. I presupposti per un grande platter ci sono tutti, senza ombra di dubbio... ma il combo proveniente da Bielefeld a questo giro "stroppia". Sicuramente puntare maggiormente sul suono delle chitarre è un ottima cosa, spostando il sound decisamente su un suono più heavy, così come è sempre bellissima la voce di Lisa, ma troppe cose sono state volutamente allineate alla band regina di questo genere, ovvero Nightwish, e la produzione è decisamente troppo enfatizzata. Da un lato, questo porterà sicuramente un aumento di successo, ma nessuno mi toglie dalla mente che Xandria oggigiorno è la perfetta fotocopia della band capitanata da Tarja Turunen e che il risultato di questa overproduzione è quasi una involuzione del suono, spesso troppo roboante, in cui gli strumenti tendono a sovrapporsi l'uno all'altro e non a compensarsi come invece dovrebbero. Per carità, 'India' contiene veramente ottime songs, vedi 'Now & Forever' ed 'In Love With Darkness', oppure le "irlandesi" 'Like A Rose On The Grave Of Love' e 'The End Of Every Story', ma il risultato finale è tantissimo fumo e poco arrosto. Grandissime le orchestrazioni (è presente la Deutsches Filmorchester Babelsberg, già apparsa su Schindler's List ed al lavoro anche con Rammstein e Rosenstolz), così come eccellenti sono gli arrangiamenti... però il tutto sa di minestrina riscaldata e spacciata per succulenta pasta fatta in casa. Oggettivamente bello, soggettivamente poco appagante. D'altronde, come diceva il buon Filini a Fantozzi, la frittura di pesce ratto può piacere o non piacere...
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