Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. AFTER THE RAIN
  2. CYANIDE
  3. DOWN LIFE'S PAGE
  4. MOTHER DON'T CRY
  5. SHOW ME THE WAY
  6. WALK ALONE
  7. DON'T SURRENDER (TO LOVE)
  8. HERO IN YOUR LIFE
  9. NEVER BACK DOWN AGAIN
  10. WHO KNOWS
  11. THE WORLD'S BEST HOPE

Line up

  • Terry Brock: lead vocals

  • Robert Berry: bass guitar, vocals
  • Gary Pihl: lead guitars

  • Matt Starr: drums

Voto medio utenti

Il progetto All 41 ha suscitato il mio interesse soprattutto per la presenza di Robert Berry, artista che apprezzo moltissimo - il suo “To The Power Of Three” con Keith Emerson e Carl Palmer è tra le cose più sottovalutate degli Eighties, così come i suoi December People, versione prog della Trans-Siberian Orchestra - e che non ha avuto la stessa fortuna di musicisti più blasonati ma, secondo me, meno dotati (per fugare ogni dubbio, sto pensando a Billy Sherwood, ndr).

Detto questo, il supergruppo costruito a tavolino dall’instancabile Serafino Perugino con questo “The World’s Best Hope” ha gioco abbastanza facile nel soddisfare i fan delle band di provenienza dei “big” coinvolti (all’anagrafe Terry Brock, il sopraccitato Robert Berry, Gary Pihl e Matt Starr).

“After The Rain” evidenzia da subito come bastino quattro accordi e tanta classe per scrivere musica di qualità (la lezione è quella di Jim Steinman), e discorso simile si può fare per la successiva “Cyanide”, ruffiana e AOR quanto basta. “Down Life’s Page” attacca come una ballad strappalacrime per sfociare presto in un brano incalzante di scuola Toto, e anticipa un altro episodio da pelle d’oca come “Mother Don’t Cry”. “Show Me The Way” è più vicina all’hard rock tout-court, prima della meno riuscita (e brevissima) “Walk Alone”, filler un po’ forzato. Da qui in poi i tributi più o meno palesi prendono il sopravvento: “Don’t Surrender”, dalle tentazioni bluesy, omaggia l’Hendrix di “Little Wing”, “Never Back Down Again” rimanda a una versione “morbida” dei Van Halen, “Who Knows” trasuda Boston da ogni poro e la titletrack crea un ponte ideale tra Journey e Whitesnake. Considerazioni a parte vanno fatte per “Hero In Your Life”, dal gusto armonico più ricercato e originale.

La passione per certa musica c’è e si sente tutta. Se vi basta questo per procedere all’acquisto, evitate pure di pensarci su troppo…

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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