Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:45 min.
Etichetta:Schwarzdorn Production

Tracklist

  1. LAKE OF THE DEAD
  2. OVERLORD
  3. MAY THE RATS EAT YOUR EYES
  4. UNDER DARKNESS
  5. WHERE THE GODS GO TO DIE
  6. ABHORRENT FEAST OF MINDS
  7. A REQUIEM FOR THE BLOODBORN
  8. MASTER OF PAST AND PRESENT

Line up

  • Lord Saunders: vocals, guitar
  • Nazarkardeh: lead guitar
  • Hægtesse: bass, vocals
  • Morath: keyboards
  • Ælle: drums

Voto medio utenti

Al loro debutto discografico, dopo la pubblicazione del singolo "Lake of the Dead", i londinesi Formicarius ci offrono in "Black Mass Ritual" un ibrido di metal estremo capace di miscelare symphonic black metal alla Cradle of Filth, quelli degli esordi, sfuriate dal "sapore" neo classico in stile Children of Bodon, con un approccio chitarristico a metà tra il power metal e la scuola americana del thrash metal, con particolare attenzione a quello che Mustaine ha fatto, in passato, con i suoi Megadeth.
Va da se che, con queste premesse, il livello tecnico del gruppo sia di tutto rispetto ed infatti i Formicarius, oltre ad essere dei compositori certamente non banali, si dimostrano anche molto preparati riuscendo a creare una serie di brani complessi, in continuo movimento, all'interno dei quali, in particolare, è la chitarra solista a diventare assoluta protagonista grazie ad una prestazione di tutto rispetto sia sotto l'aspetto meramente esecutivo che sotto quello del gusto.
Un tale bagaglio tecnico viene messo, fortunatamente, al servizio di una musica fruibile da un lato e violenta dall'altro, una musica che ha una spiccata attitudine "nera", in questo i vocalizzi alla Abbath sono molto di aiuto, senza tuttavia rinunciare ad una buona dose di melodia alla quale partecipano, indistintamente, tutti gli strumenti attraverso partiture appositamente scritte per ognuno di loro.
"Black Mass Ritual", al netto di alcuni difetti di gioventù, da ricercarsi soprattutto nella eccessiva dipendenza, a volte, dai modelli citati, è, dunque, un album interessante, forse un po' troppo ricco di sfumature laddove una semplificazione avrebbe giovato al risultato finale, che ci offre un primo assaggio di una band preparata, professionale che di certo ha diverse frecce al proprio arco e che le sfrutta con grande cognizione di causa.
Per quanto mi riguarda, pur non essendo il primo sostenitore di questo genere di metal, vi consiglio di approcciarvi a questo album senza esitazione perché tra le sue note, tra i suoi cambi di tempo ed atmosfera, tra le sue accelerazioni e tra i suoi momenti più gotici, troverete senza dubbio qualcosa che vi piacerà e che vi metterà addosso una buona dose di esaltazione.
Esaltazione estrema ovviamente.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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