Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2005
Durata:57 min.
Etichetta:Underground Symphony
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TORIAN
  2. INTO THE WINTER
  3. LATE REVENGE
  4. LEAVE THIS WORLD BEHIND
  5. HISTORY FALLS
  6. BORN TO WIN
  7. DECADENCE
  8. MIND THE DANGER
  9. THE FLAMING OVERTURE
  10. SOULS OF FIRE

Line up

  • Marc Howlweck: vocals
  • Alexander Thielmann: lead guitar
  • Carl Delius: guitars
  • Tobias Mix: bass
  • Manuel Will: drums

Voto medio utenti

Ecco a voi un gruppo teutonico che si cimenta in un power metal più sintetico che scarno, frutto di influenze thrash e heavy anni '80. Non male il disco d'esordio dei Torian, band di recente fondazione (2003) che mosse i primi passi con il demo "Into the Winter", affrontando a breve distanza un cambio di line up (sostituzione del batterista), fino al contatto con l'italiana Underground Symphony. "Dreams Under Ice" non sarà nulla di innovativo, ma traspare una certa genuinità e passione, anche se la produzione è quella che è, motivo per cui gli assoli perdono un po' in nitidezza. Se i tedeschi si muovono in un quadro piuttosto inflazionato, mostrano però di aver lavorato duro per elaborare queste dieci tracce, dove troviamo alcune parti melodiche ("Born to Win "), passaggi alla Megadeth ("Decandence ", "Late Revenge"), influssi hard rock ("Mind The Danger"), introduzioni acustiche ("The Flaming Overture").
La voce di Mark Hohlweck è generalmente chiara e consapevole, potente ma senza eccessi, non inficiata dalle poche e sporadiche imprecisioni. I cori sono sufficienti in numero e realizzazione, a tratti sovrastati dalla batteria potente. Canzoni veloci e trascinanti sembrano essere il pane quotidiano del quintetto, come dimostra l'orecchiabile "Souls of Fire", dove chitarre fiammeggianti costituiscono la struttura portante di un brano gradevole e ritmato, fino all'outro dai toni più soft.
"Into the Winter" e "History Falls" sono senz'altro i pezzi più rappresentativi del sound della band, il primo più carico e incisivo, il secondo maggiormente incentrato sulla velocità, ma caratterizzato da arpeggi chitarristici del medesimo stampo.
I testi richiamano spesso, tanto per cambiare, gesta di cavalieri e draghi, poiché ispirate al romanzo "The Saga of Garth and Torian" di Wolfgang Hoblhein, a cui si rifà anche la bella copertina di Diego Farrarin.
I Torian sono uno dei pochi gruppi del settore a non aver scimmiottato in tutto e per tutto gli Helloween, ad aver aggiunto un po' di tocco personale alla propria opera.Non avranno ancora raggiunto uno stile definito, ma con il supporto di una etichetta più grande e con qualche anno di esperienza artistica alle spalle, avranno forse la possibilità di fare strada.
Recensione a cura di Claudia 'Deepblue' Beltrame

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