"Ancora acerbi ma con grandi margini - e possibilità - di miglioramento"Così il nostro Ermo concludeva la sua recensione (
qui) di
"Time stand still", terzo e penultimo lavoro dei canadesi
Unleash the Archers.
Ebbene ci aveva visto lungo il "ragazzo" dimostrando ottimo fiuto...
Con questo
"Apex", edito ancora da
Napalm Records, quarto album in appena 10 anni di carriera
Brittney Slayes, Scott Buchanan e compagni sono finalmente usciti dal limbo delle band di cui si dice (come a scuola): "potrebbe ma non si applica abbastanza", per sedere a pieno titolo al tavolo delle band da tenere in seria considerazione.
I motivi sono molteplici a partire dall'aver (dopo l'ennesimo stravolgimento di lineup) trovato in
Andrew Saunders (chitarra) e
Nikko Whitworth (basso) due elementi non solamente validi ma soprattutto in grado di aggiungere potenza e soluzioni personali al sound della band, alla decisione finalmente di smettere di tenere il piede in due staffe.
Questa a mio parere è la vera svolta vincente della band: l'avere abbandonato panni che non sentivano loro ed interpretavano quasi a forza. Parlo degli inserti death nel loro suono e nelle harsh vocals ficcate qua e là nel precedenti album che, lungi dall'aggiungere qualcosa all'insieme, risultavano fuori luogo nella proposta degli
UTA.
Questo
"Apex" invece, a partire dal magnifico artwork di
Ken Sarafin- suona pienamente power metal in ogni sua nota e coro.
Si inizia dall'opener
"Awakening", nei cui riffs rimbombano i primi Helloween impreziositi da cori potenti ed evocativi e sebbene si superino i 7 minuti di durata la canzone scorre senza annoiare mostrando il talento di ogni singolo componente della band.
I cori anthemici delle successive
"Shadow Guide" e
"The Matriarch" mettono ancora più in evidenza la grande esecuzione e padronanza del drumming di
Scott aiutato da
Whitworth che dispiega con il suo basso potenza e precisione, i riffs relativamente "catchy" ma fortemente coinvolgenti della coppia
Truesdell/Saunders nonchè l'impatto emotivo della voce davvero esplosiva di
Brittney.
"Cleanse the Bloodlines" e la magnifica
"The Coward's way" (impossibile resistere al suo fantastico refrain) chiudono al meglio la prima parte del disco. Durante gli ascolti confesso di aver pensato che se anche le successive 5 canzoni si fossero mantenute su simili livelli questa release avrebbe polverizzato moltissime uscite ben più celebrate.
Purtroppo
"False Walls" e la seguente
"Ten Thousand against one" segnano una netta caduta di tensione nell'album, mid tempo orecchiabili e nulla più con cori di facile presa ma non certo dello stesso spessore dei primi brani.
La successiva
"Earth and Ashes" invece -nonostante parta come una power ballad- si rivela di tutt'altra pasta mostrando strutture complesse e sottotrame melodiche che si intrecciano a ripetizione, richiamandosi più volte durante gli oltre 6 minuti di durata. Peccato per il ritornello abbastanza banale ma nel complesso una decisa impennata.
"Call me Immortal", la penultima traccia, è invece il tipico brano che spaccherà e diverrà un must in sede live (faccio anch'io una specie di profezia): ha un discreto tiro, una parte ritmica rocciosa ma non esasperata ed un ritornello assolutamente ammiccante e coinvolgente che sembra fatto apposta per far volare le voci alte verso il cielo.
Il piatto forte arriva in chiusura di album: la palma di best song va infatti alla title track
"Apex" che sigilla il disco.
Con i suoi 8 minuti di durata permette ad ogni componente del gruppo di apportare qualcosa di personale al servizio però di un insieme coerente di trovate: si parte con un arpeggio di chitarra seguito da una parte acustica che esalta la voce pulita e potente della
Slayes, ma proprio quando sembra di trovarsi al cospetto di un filler conclusivo, ecco partire un bridge potente ed un meraviglioso refrain che porta senza esitazioni ad uno "scapocciamento" protratto durante il magnifico solo centrale via via verso il fading finale.
Sono decisamente cresciuti gli
Unleash the Archers, e con loro crescerà anche il numero dei fans se i molti metal heads che ancora storcono il naso di fronte alle frontwoman avranno la coerenza di ascoltarli prima di esprimere un giudizio!
"Fly out beyond the stars, where the wind takes me
Away and leads me through the dark, defying gravity"Unleash the Archers - "
Apex":