Ci ha impiegato un po' a conquistarmi la nuova opera dei
Major Parkinson, ma alla fine ce l'ha fatta.
"Blackbox" è sì molto diverso dal suo predecessore (forse anche a causa della formazione pesantemente rimaneggiata), ma ha un fascino tutto suo che emerge in maniera inequivocabile ascolto dopo ascolto.
"Lover, Lower Me Down!" attacca con degli inaspettati - e indubbiamente avvolgenti - synth di matrice Eighties dove si insinua la voce incredibile di
Jon Ivar Kollbotn, prima di un'evoluzione dai tratti epici e morriconiani. In
"Night Hitcher" l'elettronica si fa ancora più presente, ma sempre con eleganza, e con quell'aura sinistra tipica dei norvegesi. La struggente
"Before The Helmets" anticipa le melodie portanti di
"Madeleine Crumbles" e prelude a
"Isabel", traccia in cui si sfiorano le atmosfere teatrali e folkloristiche di
"Twilight Cinema" - qui a fare la differenza è la vocalità morbida e ammaliante dell'ospite
Linn Frøkedal, che contrasta con i tanti momenti più nervosi e concitati della musica. Il breve interludio elettroacustico
"Scenes From Edison's Black Maria" (che a tratti mi ha ricordato gli Ayreon di
"The Human Equation") ci porta alla sopraccitata
"Madeleine Crumbles", il brano più disimpegnato e lineare del lotto, semplice nella struttura ma molto articolato nell'arrangiamento, a cavallo tra Beatles,
Bowie e Depeche Mode.
"Baseball" è il brano che mi ha convinto meno, nonostante i rimandi al recentissimo passato della band; i primi minuti sono sublimi, ma poco alla volta si fa sempre più opprimente quell'approccio da rock opera densa e barocca alla
Stephen Sondheim o alla
Claude-Michel Schönberg, che un po' stroppia, nonostante la prova strumentale maiuscola dei musicisti. La titletrack è l'altra faccia di
"Madeleine Crumbles", burtoniana e spogliata di qualsivoglia elemento "caldo" o rassicurante, con una coda che riprende le sonorità cinematografiche iniziali. Wow.
Se siete appassionati di musica in genere (e potete sopportare di andare oltre le convenzionali etichette di genere), i
Major Parkinson non possono non suscitare il vostro interesse. Citando una frase ricorrente del full-length:
"you must believe in magic".
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?