E' tempo anche per gli heavy metallers francesi
Lonewolf in questo 2017 di spegnere le candeline sui propri 25 anni di attività.
E quale modo migliore per festeggiare che pubblicare un nuovo full length -il nono, licenziato da
Massacre Records- e chiamarlo "
Raised on Metal" in modo da lasciare pochissimo spazio all'interpretazione?
Penso nessuno.
Ora mettiamo due o tre cose in chiaro:
SE il fatto che il timbro vocale e le modalità interpretative di
Jens Börner ricordino da vicinissimo Chris Boltendhal (singer dei Grave Digger) senza fare nulla per nasconderlo vi infastidisce;
SE siete stufi che da 25 anni ogni release dei ragazzi d'Oltralpe suoni molto molto simile ai dischi di Running Wild ed appunto Grave Digger e non abbia alcuna intenzione di cambiare;
SE infine trovate inutile ed addirittura superflua l'ennesima band che si adagia sulle strutture stilistiche e melodiche del power di stampo teutonico...
ALLORA vi consiglio di guardare direttamente il voto a destra ed abbandonare la lettura, sarà sufficiente per confermare le vostre idee sul gruppo
ALTRIMENTI se ve ne sbattete i cosiddetti in cambio di un onesto disco di heavy metal ben suonato, seguitemi per sviscerare qualcosa da questo "
Raised on Metal".
Rispetto al precedente "The Heathen Dawn" l'album è molto più aggressivo e risente positivamente del completo ambientamento del chitarrista
Michael Hellström che in detto album era appunto appena arrivato dopo la precedente esperienza negli Elvenstorm, portando nuove idee e nuova linfa al gruppo che pareva in una fase di stanca.
"
Raised on metal" si apre subito con un poker di canzoni di facilissima assimilazione e che saranno -ci scommetto- apprezzatissime in sede live: "
Unleash the wolf", "
Souls of black" (se siete arrivati sin qui a leggere è perchè poco vi frega se sì, assomiglia al titolo di un brano contenuto in "Masquerade"), "
Through fire, ice and blood" e la titletrack "
Raised on metal" hanno ritornelli orecchiabili al punto giusto, sono aggressive, potenti e soprattutto coinvolgenti nel ritmo.
Non mancano i mid-tempo come "
Evil" e "
No God, no Master" nè i brani di puro power con doppia cassa a tappeto e riffs ipervitaminici quali "
Extinction of the stars" e "
Dark world order" nè inevitabili i brani meno riusciti come l'insipida "
Flight 19" o uno dei due digipack bonus "
Swansong".
"
Raised on Metal" non sposterà il futuro del metal di un centimetro, probabilmente dopo qualche ascolto finirà a prendere polvere nelle pieghe delle varie collezioni, è piacione e ammiccante in maniera sfacciata ma, siccome è suonato da musicisti che sanno il fatto loro e credono maledettamente in quello che fanno, porta comunque a casa una voto più che positivo.
Lonewolf -
"Through fire, ice and blood"