Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:57 min.
Etichetta:Rockshots Records

Tracklist

  1. THE BELOVED BONES
  2. SMILE BACK TO ME
  3. KING FOR A MOMENT
  4. THIS LOATHSOME CARCASS
  5. PARASITE
  6. BREAKING UP, AGAIN
  7. EMPOWERMENT
  8. NIHIL MIND
  9. PURPLE LETTER
  10. SOLA MORS LIBERAT
  11. WHEN SHADOW FALLS

Line up

  • Gustavo Magalhães: bass
  • Hugo Santiago: guitars
  • Mário Linhares: vocals
  • Anderson Soares: drums
  • Glauber Oliveira: guitars

Voto medio utenti

E alla fine i Dark Avenger ce l'hanno fatta a sfornare un nuovo album. La formazione carioca, dopo la ristampa di "Tales Of Avalon: The Lament" datata 2016, ci regala queste undici nuove tracce rilasciate per la prima volta attraverso l'italiana Rockshots Records.

Il sound della band - forte del master di Tony Lindgren presso gli svedesi Fascination Street Studios - si è ulteriormente inspessito, perdendo però un filo di quell'incisività che caratterizzava le prime uscite di inizio millennio. Ecco allora che l'introduttiva titletrack risulta un po' troppo sfaccettata, un ibrido poco organico fatto di tentazioni sinfoniche, tratti doom, Helloween dell'era Deris e Savatage. Nella successiva "Smile Back To Me" le orchestrazioni prendono il sopravvento, così come le sfumature prog e teatrali che portano a un intermezzo thrash spigoloso e inaspettato. "King For A Moment" riporta la band in territori heavy/power più canonici - nonostante i sovrarrangiamenti pachidermici - prima dell'epica "The Loathsome Carcass", un po' Angra (periodo Falaschi) e un po' Maiden, con la discutibile coda elettronica. "Parasite" è un episodio a cavallo tra Rhapsody e Metallica (?!) che prelude a "Breaking Up, Again", morbida ballad strappalacrime prima della tempesta che si scatena dal secondo minuto in poi. "Empowerment" è una bordata power-prog snella e con pochi fronzoli che fa il paio con "Nihil Mind" - il cui break mi ha ricordato i compianti Mechanical Poet. "Purple Letter" mette a sistema maldestramente riff di scuola Bay Area e barocchismi europei (non ho proprio capito il soprano nel finale), prima dei due brani probabilmente meglio assortiti del full-length: "Sola Mors Liberat", dall'incipit palestriniano, spicca per la semplicità e l'eleganza data dall'utilizzo intelligente delle tastiere, mentre "When Shadow Falls" è una riuscita traccia dai connotati acustici sostenuta dai ritmi tribali delle percussioni.

Alle mie orecchie "The Beloved Bones: Hell" dimostra che se solo riuscissero a fermarsi un passo prima di strafare, i Dark Avenger avrebbero un seguito diverso. Sbaglio io a pensarla così?

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 set 2017 alle 21:53

...anch'io metterei nella top 5 di quest'anno i conterranei Ancestral con il loro Master of Fate, pesante e veloce al punto giusto!

Inserito il 27 set 2017 alle 18:33

sapete che invece questi sanno arrangiare e suonare...altroche...buono

Inserito il 27 set 2017 alle 14:55

Eh ho capito ma per la century media che ce lo manda esce a ottobre... :D

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