Mi spiace per voi se ne siete seguaci, ma il Metalcore è il genere che meno mi attira, lo trovo privo di anima, asettico, una sorta di “limbo Metal” nel quale la musica non è ben definita, e non fa eccezione questo nuovo e terzo album dei canadesi
Obey the Brave, “
Mad Season”.
Le coordinate musicali sono note e spaziano dal Metalcore all’Hardcore più orecchiabile, non c’è l’incazzatura di bands quali Hatebreed o Body Count, qui la baracca è portata avanti (con convinzione dalla band, questo bisogna darne atto), dalle vocals rabbiose di Alex Erian e dal suono delle chitarre dure, acerbe che dettano sempre una linea melodica di fondo. Ecco, in tutto il disco un occhio di riguardo e’ proprio dato per la melodia ed è un bene, altrimenti sarebbero state la legnosità a farla da padrona in un disco con ben 12 canzoni, snello ( solo mezz’oretta di durata), ma privo di veri highligts. “
On Thin Ice” apre le danze col suo ritmo sincopato, “
Drama” ha un coretto da stadio ma poi si dimostra più dura del previsto, i chorus orecchiabili continuano con “
On Our Own” e con la titletrack mentre in “
Again” la linea melodica si unisce ad una chitarra più ragionata e ci viene offerto uno dei pochissimi solos presenti sull’album, veloce è “
Low Key” mentre tracce di sperimentazione abbiamo in “
R.i.p.” quasi un pezzo hip-hop . A conti fatti non siamo di fronte ad un brutto lavoro , i Nostri dimostrano che quello che sanno fare lo fanno bene, ma davvero non ci sono pezzi che emergono, l’album scorre via fra ritmiche nervose, rabbia controllata e melodia, insomma un disco di mestiere. Contenti voi ...
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