Dal 1991 ad oggi, passando da Euronymous e da quei novanta barbari e "anarchici". Adesso, come allora, sospesi al naturale artificio del respiro. Quello che ossida il tempo spogliandolo dalla storia.
Occhio, perchè, a parte qualche rinfresco rock il percorso sonoro si piega. Si fa storto: privo di riferimenti oggettivi.
L'album parte con una scelta rovesciata. Gli ascoltatori sono liberi di tuffarsi o di metter un piede nella porta.
Ammalia la spregiudicata forza motrice: lieve, dissoluta. Unica.
The White Death
che chitarra. che disabitudine al reale avant norge: rombi ovunque. Stiamo davvero ascoltando
The Ballad of Copernicus
cartolina della sembianza tra noi e il resto. Oltre il bianco dello sfondo. Attraverso lo specchio?
Lament of the Optimist
Ostica e stupenda
Trauma
coraggiosa a fare l'orla ai margini...sino a tener insieme brandelli distanti.
The Science of Normality
sembra di stare in studio con Loro. Con la sembianza noi loro - loro noi.
Future Day
interlocuzione remota e folk
Ambitions of the Dead
spero che arrivi e si sparga. Da ascoltare espansa: ben aldilá degli auricolari. Incede, forse. C´é in effetti da aver qualche dubbio. Cantata come al saggio di arte.
Ritual of Light and Taxidermy
spero di cuore che arrivi e si sparga. Rock assurdo. Riff ipnotici ma lievi. Tocchi sparsi alla batteria.
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