Se dal 2012 (anno di fondazione della band) passando per 5 demos ed un paio di splits arrivi solo nel 2017 a pubblicare il tuo primo full length -questo "
Eroded Corridors of Unbeing" (grazie alla
Dark Descent Records)- forse qualche domanda dovresti fartela.
Probabilmente invece questi
Spectral Voice, band a stelle e strisce che raccoglie ex membri di Abysmal Dimensions e Blood Incantation tra gli altri, non hanno mai avuto dubbi sulla loro proposta musicale.
Da un lato perciò li ammiro per la perseveranza, ma dopo essermi sciroppato più ascolti del disco non posso che bocciarli su tutta la linea.
La proposta è (dovrebbe essere) un connubio tra doom e death metal con un particolare sguardo alla scuola finnica: ad essere sincero a parte i ritmi molto molto...molto dilatati del doom ho riscontrato poco altro.
L'album si snoda in 5 brani, ognuno di durata molto superiore alla media, che sostanzialmente hanno tutti la medesima struttura: una parte iniziale affidata alle sei corde che tessono arpeggi lentissimi e lugubri, improvvise accelerazioni accompagnate dai vocalizzi cavernosi del drummer
Eli Wendler e lunghissima chiusura strumentale.
Ora, se lo scopo era quello di generare malessere nell'ascoltatore, posso serenamente dire che l'unico disagio arrecato è un'insostenibile noia: "
Threshold Beyond" (l'opener), "
Lurking Gloom" o l'infinita "
Visions Of Psychic Dismemberment" (oltre 13 minuti!!!) si susseguono praticamente identiche e senza alcun passaggio da ricordare.
In alcuni punti ho avuto la sensazione che i 4
Spectral Voice stessero incidendo spunti a caso ognuno per sè in sala incisione, tirando poi a sorte quale parte inserire prima....
I 2 minuti di white noise al termine di "
Visions of..." penso siano stati il punto più basso toccato dal disco.
Faccio davvero fatica a trovare un solo aspetto positivo in questa release, se non il fatto di poter andare e venire tra un brano e l'altro certo di non essermi perso praticamente nulla.
Se qualcuno mi proponesse la scelta tra un altro ascolto di questo "
Eroded Corridors of Unbeing" ed un live di Pupo, sceglierei Enzo Ghinazzi ad occhi chiusi.
Consigliato a chi ha soldi da buttare ED è in astinenza da heavy da un decennio.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?