Mannaggia a te,
Gab.
Nella mia ingenuità, quando il Nostro –bravissimo, per carità-
Gabriele Marangoni ha proposto di occuparmi del nuovo
Tusmørke, inizialmente affidato a lui, il mio pensiero è stato:
“
Beh, mi sembra giusto: è sempre seppellito di album da recensire, e del loro disco precedente avevo scritto io…”
Poi, una volta giunti i file ed iniziata la ricerca di qualche informazione aggiuntiva in rete, ecco la scoperta della cospirazione a mio danno:
“
La Karisma Records annuncia per il 10 novembre 2017 la pubblicazione di Bydyra, il quinto album in studio dei norvegesi Tusmørke. A sei mesi esatti dall’uscita di “Hinsides”, la band realizza un album assai diverso dai precedenti lavori, il primo scritto in modo specifico per e con i bambini. Bydyra, infatti, contiene quindici tracce che vanno a comporre due originali mini musical scritti appositamente per i bambini di una scuola di Oslo. È un lavoro unico che esplora i soggetti della fauna selvatica urbana, i prezzi sconvolgenti degli alloggi a Oslo, la crisi finanziaria, i problemi sociali, il riscaldamento globale e la magia buona e cattiva.”
Gelo.
Si scherza ovviamente. In realtà è vero il contrario: sono grato al mio “Collega” (e concittadino) per avermi garantito un ascolto davvero particolare ed unico nel suo genere.
Riuscite a figurarvi i
Teletubbies in versione
freak anni ’70 che suonano
progressive folk rock cantato in norvegese? No?
Già, in effetti non è un'impresa semplice…
Non vorrei, ad ogni modo, spaventare troppo i lettori.
Ovvio che, vista la particolarità del concept, i Nostri abbiano semplificato melodie e linee vocali, sfrangiato durata media dei brani e derive psichedeliche degli stessi, ma soprattutto siano talvolta usciti dall’usuale spartito (penso in particolare al ritmo squisitamente
funky di “
Signekjerringa” -“
La Sibilla”- e al delirio di “
Rottekongen” -“
Il Re Ratto”-, in cui sembra che i
Minions di “
Cattivissimo Me” abbiano occupato lo studio di registrazione).
D’altra parte, si sa, i bambini possiedono una soglia di attenzione piuttosto bassa ed hanno costantemente bisogno di nuovi stimoli… proprio come gli ascoltatori di musica odierni, nevvero?
Sterili polemiche a parte, preme comunque segnalare che, al di là delle peculiarità di cui sopra, il tratto distintivo eccentrico e silvano dei
Tusmørke emerge con prepotenza anche in “
Bydyra”.
I –pochi, lo so- fans della band impiegheranno un attimo a riconoscere i beffardi svolazzi del flauto di
Krizla ed a bearsi di brani comunque godibili come “
Dyrene bor ute” (“
Gli Animali Vivono all’Esterno”) e “
Dyrene i Byen” (“
Gli Animali in Città”).
Chicca non da poco, inoltre, l’artwork di copertina firmato
Thore Hansen, storico illustratore per bambini norvegese.
Il
6 in pagella, come immaginerete, è davvero l’unica opzione sul tavolo per un’opera più che ammirevole sotto il profilo delle intenzioni eppur difficile nella sua semplicità; un’opera che rischia di suonare demenziale per gli adulti e bizzarra per i bambini.
Ciò non toglie che nei solchi di “
Bydyra” alberghi buona musica.
Se poi avete un figlio under 8 che volete strappare alle perfide grinfie di
Fedez,
Rovazzi e pattume vario, e a cui volete insegnare il norvegese per permettergli di cantare le canzoni di
Burzum… beh, l’acquisto è d’obbligo.